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Noi ci chiamiamo Lucia, Pasquale, Giovanni, Giorgia, Enzo, Gianluca, Debora, Vincenzo, Said, Lucrezia, Erika, Francesca, Manuela, Elisabetta, Simone, Alina, Paolo, Claudio ecc..

Abbiamo superato: esami, valutazioni di merito, verifiche teoriche e pratiche. Per noi doveva essere la strada maestra per accedere ad attività con alti contenuti professionali.

Tanto impegno e tante aspettative sono state disattese e tradite.

Idonei a tutto ma non a svolgere le attività per cui ci siamo preparati.

La Costituzione italiana (Art. 97) conosce un solo percorso per l’accesso nella Pubblica Amministrazione: l’iter concorsuale.

Contro questo principio che stabiliva la regola generale si sono attuate deroghe motivate da emergenze, eccezioni e necessità di fatto. Questo anche lo scopo della Legge Madia (decreto legislativo n° 75 del 2017, poi trasformato in Legge) anche se, almeno formalmente, ribadiva quanto prescritto dall’Art. 97 della Costituzione.

Di fatto nella applicazione della classe politica però – emergenze, eccezioni e necessità –  sono state l’unica vera regola. Una prassi gestionale utile a sostanziare il blocco del turnover durato 10 anni e giustificare contratti alternativi a quelli a Tempo Indeterminato.

Dopo lo sblocco del turnover il ripristino della legalità e cioè l’immissione in ruolo a seguito dei concorsi si è attuato solo poche volte.

Non è stato solo un vulnus rispetto ad un principio dettato dalla Costituzione ma anche un danno materiale per chi si è attenuto alle regole della legalità ed inoltre ha prodotto un allargamento dell’area della precarietà che soltanto a parole si sarebbe voluto contrastare.

Noi siamo gli IDONEI, giovani e meno giovani, padri, madri, figli e anche nonni, ai quali, in questo preciso momento, vengono calpestati dignità e competenze.

Non vogliamo essere parte di una guerra tra poveri perché precari e sfruttati siamo tutti: chi lavora con contratti precari e chi non lavora ancora.

Oggi, non esistono più scuse, chiediamo lo scorrimento delle graduatorie vigenti, chiediamo che venga esercitato quello che è un nostro diritto, un diritto che in questi giorni viene di nuovo cancellato dalla proroga della Legge Madia ad opera del Ministro Speranza. Chiediamo infatti loscorrimento delle graduatorie vigenti e fino a loro completo esaurimento, in via prioritaria sulla stabilizzazione dei precari, e vogliamo che l’impegno in tal senso sia formulato per iscritto.

Per queste ragioni noi: Lucia, Pasquale, Giovanni, Giorgia, Enzo, Gianluca, Debora, Vincenzo, Said, Lucrezia, Erika, Francesca, Manuela, Elisabetta, Simone, Alina, Paolo, Claudio, insieme a tanti altri, abbiamo deciso di scendere in piazza, abbiamo deciso di rivendicare i nostri diritti, abbiamo deciso di prenderci ciò che ci siamo meritati! Chi ha prodotto questa situazione deve trovare le soluzioni adeguate ma non sulla pelle delle/i lavoratrici/tori.

Redazione