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MADDALONI- La situazione è preoccupante. Nove licenziamenti e soprattutto il rischio di smantellamento dell’officina meccanica per la manutenzione delle «motrici 652». Muore, dal punto i vista occupazionale, un altro pezzo produttivo di Maddaloni. Acquisite le notizie si mobilita anche il sindaco Andrea De Filippo.

Il gigante delle merci ferroviarie continua a lanciare messi poco incoraggianti al territorio. Che fare?

Innanzitutto, come sindaco del Comune colpito da questo ennesimo problema occupazionale voglio esprimere tutta la mia solidarietà ai lavoratori e la viva preoccupazione per la sopraggiunta crisi occupazionale allo scalo merci Maddaloni-Marcianise. Sono sorpreso e sconcertato nell’apprendere notizie dalla Fiom e Filt Cgil di Caserta, relative a  9 licenziamenti di lavoratori della Società Ferservice, operante nello scalo merci ferroviario di Maddaloni, con attività di manutenzione delle Locomotive Elettriche per conto della Società Mercitalia Rail del Gruppo delle Ferrovie dello Stato.

E’ una vecchia ferita che si riapre con il rischio di chiusura dell’impianto di Maddaloni…

Da sindaco ho avuto l’onore e il piacere di partecipare, in qualità di Comune interessato, all’inaugurazione del trasporto merci veloce ad Alta Velocità con il treno Mercitalia Fast da parte di Mercitalia Intermodal. In quella occasione si parlò di investimenti per lo stesso scalo ferroviario. Ora, in parallelo, si licenziano lavoratori in esso operanti con Mercitalia Rail, smentendo così di fatto ogni sviluppo della stessa infrastruttura.

Un passo avanti e uno indietro. E così la crescita non c’è…

Infatti, da volano di crescita, di sviluppo e di occupazione che doveva essere e che dovrebbe diventare, lo Scalo Merci Ferroviario di Maddaloni-Marcianise, si presenta ancora vuoto sia in termini di progetti operativi che sotto forma di investimenti di cui tanto si è parlato. Per essere concreti, chiedo a Mercitalia e a tutte le società operanti, un confronto per far il punto sulla crisi occupazionale in corso e sul futuro dell’intera infrastruttura.

Oltre l’emergenza occupazionale c’è il problema di quale futuro immaginare per lo scalo?

E’ doveroso ricordare che, per la costruzione dello stesso Scalo con l’annessa area dell’Interporto, nel lontano 1987 furono sottratti terreni fertili terreni agricoli che sostentavano un comparto agricolo rinomato per coltivazione di i prodotti agricoli di ottima qualità. Un sacrificio che doveva trasformarsi in un investimento per lo sviluppo promesso e l’occupazione per l’intera Comunità di Maddaloni. Tanto premesso, non ci si può più sottrarre al confronto.

A partire dai licenziamenti e dal rischio di smantellamento delle officine meccaniche?

Mi ripeto e insisto. A tal proposito e anche riguardo ai licenziamenti in atto nello scalo ferroviario, si ritiene utile ed indispensabile un urgente confronto con le Società di Gestione dello Scalo Merci Ferroviario, iniziando con la Società di Mercitalia Rail dell’intero Polo di Mercitalia.

Redazione