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MADDALONI- I posti per la visita guidata a Montecitorio sono pochi. E quindi in gita vanno solo gli alunni “meritevoli”. È successo all’istituto comprensivo Brancaccio dove, visto l’alto numero di richieste per partecipare alla gita scolastica alla Camera, sarebbe stato deciso di mandarci gli studenti più meritevoli e i meno indisciplinati. Tanto è bastato per innescare l’indignazione dei genitori, che questa mattina, hanno chiesto spiegazioni e le ragioni di una scelta didatticamente incomprensibile. La “meritocrazia” mal si concilia con l’obbligo scolastico e tantomeno con una gita di istruzione che, per propria natura, è rivolta a tutti nessuno escluso. Ma la scuola ha dovuto fare una scelta. Un’opzione che secondo i genitori è stata la peggiore possibile. Stamattina, è stata manifestata l’indignazione degli esclusi, qualche lacrimuccia di qualche bambina rimasta fuori. Il metodo seguito è stato quello di selezionare gruppetti di studenti dalle singole classi. Tanto basta per far scattare la perplessità dei genitori, di qualche insegnate e l’evidente magone dei più piccoli. L’obiettivo manifesto dei genitori è reintrodurre principi di equità educativa. Quindi, la gita (che si terrà venerdì 17 gennaio) “andrebbe annullata”. E non si arrendono: “Non è una gita premio, ma una gita scolastica e didattica e dunque tutti devono partecipare. Se i posti sono pochi, si annulla la gita o si scelgano singole classi ma non è ammissibile la divisione tra studenti. Insomma, l’istruzione non può essere mai estrazione a sorte o concorso per merito. Il diritto allo studio si realizza anche con le uscite didattiche, che erroneamente si definisco gite, e deve riguardare tutti. La scelta fatta è stata di trasformare la funzione educativa a servizio a domanda, da svolgere in funzione dell’offerta”. Ci sono sufficienti motivazioni per capire che la protesta continua.

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“L’unico criterio di scelta su chi poteva partecipare o meno alla gita è stato il voto in condotta – ribatte la preside – Una valutazione che non c’entra niente con eventuali problemi di dislessia o disgrafia dei ragazzi: se c’è qualcuno che ha difficoltà a scrivere ma si comporta bene, di certo non è stato escluso”. Secondo la docente, fuori dal viaggio sono rimasti solo gli studenti con un giudizio in condotta inferiore a “buono”. “Hanno distribuito fotocopie con su scritto “la gita è un diritto di tutti”, ma non è così”, osserva la preside: “Dobbiamo dare il segnale che alcuni premi, come un viaggio d’istruzione di quattro giorni a Napoli, sono riservati solo a chi se li merita”.

Redazione