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L’allarme e l’analisi sulle ricadute reali sulle famiglie del consigliere comunale Franco d’Angelo (patronato Confasi)

MADDALONI- Sta arrivando un colpo di scure molto pesante. Per i «beneficiari occupabili di età compresa tra 18 e 59 anni» che, percependo l’aiuto ininterrottamente da gennaio, otterranno l’ultima ricarica del 2023 del reddito di cittadinanza. Si stimano oltre mille tagli a Maddaloni che è il territorio con il più alto numero di percettori (oltre 2500) sulla base della popolazione residente.

Franco D’Angelo, luglio sarà un mese caldissimo da un punto di vista sociale. Voi dei patronati avete il polso della situazione reale. Che sta succedendo?

A luglio, entrano in vigore le nuove misure di sostegno introdotte dal governo. Sarà l’ultima erogazione per oltre mille percettori del reddito di cittadinanza. Ma il problema è che le misure compensative (carta solidale per acquisti di beni di prima necessità circa 385 euro) e il «supporto per la formazione e il lavoro» partiranno solo a settembre.

I numeri, a Maddaloni, fanno impressione. Qual’è la ricaduta della riforma in corso?

A Maddaloni, oltre ai 2500 percettori vanno aggiunti un centinaio di beneficiari del reddito di emergenza dove il sostegno è fatto su misura dell’intero nucleo familiare che versa in condizioni reddituali precarie o sopraggiunte condizioni lavorative precarie. In concreto, i nuovi limiti reddituali (Isee non superiore ai 9.360 euro annui per i monoreddito) porteranno a forti tagli. Ma il problema è un altro. Ripeto: la certezza dei tagli non è affatto accompagnata da concomitanti misure concrete di contrasto al deterioramento certificato del tessuto economico. Già attualmente, oltre il 50 per cento delle famiglie aiutate nel 2022 sono prive di sostegno.

Il bonus da 382 euro lo possono richiedere famiglie con Isee inferiore ai 15 mila euro e sarà erogato dall’Inps a settembre…

Si ma con criteri una tantum. Sul territorio si registra un crollo dell’Isee familiare con «due famiglie residenti su 10 che sono scivolate verso la soglia di povertà. La mappa del disagio è molto più vasta e non può essere legata al criterio semplicistico dell’occupabilità visto che anche molti che lavorano hanno un “lavoro povero”, in nero e precario che non permette di fare fronte alle spese ordinarie delle famiglie come i canoni di locazione, le bollette e le spese correnti.

Redazione