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L’attesa sta per finire, martedì i primi due episodi di Gomorra 3 saranno trasmessi in oltre 300 sale cinematografiche in Italia.
Un evento assolutamente eccezionale; infatti mai prima d’ora nessuna serie televisiva italiana ha avuto l’esclusività del grande schermo.
Ma com’è stato possibile tutto questo?
Beh, tutto nasce dall’idea di un ragazzo, figlio di medico, mamma ebrea.
Il suo nome è Roberto Saviano, nato a Napoli ma cresciuto a Casal di Principe, all’ombra del cartello camorristico più potente e sanguinario di sempre, i casalesi.
Saviano non ha nemmeno 27 anni quando decide di denunciare con un romanzo d’inchiesta un sistema che molti conoscono ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di denunciare.
Nessuno tranne lui.
Forse il 27enne Saviano non si rende conto di quello che sarebbe accaduto con la pubblicazione del suo libro, Gomorra.
Dalla pubblicazione di Gomorra, la vita del giornalista, scrittore e saggista non sarà più la stessa, costretto a vivere con la scorta dopo le minacce di morte pervenutegli dal clan.
E non sarà più lo stesso nemmeno l’immaginario collettivo e popolare nei confronti della camorra da parte della cosiddetta società civile.
Saviano mette a nudo l’impero della criminalità organizzata campana, soffermandosi  anche sulla questione dello smaltimento dei rifiuti pericolosi.
Nasce così il fenomeno mediatico Terra dei Fuochi, una tragica piaga che produce da anni morte e terrore con il ritrovamento di sostanze tossiche e radioattive nei sottosuoli in varie zone in provincia di Caserta e Napoli.
“La mafia, come tutti i fenomeni umani, un giorno finirà” diceva  Falcone a proposito di cosa nostra ; purtroppo questa fu una, anzi, forse l’unica citazione errata del giudice che comunque diede un forte contributo alla decapitazione (ahinoi temporanea) della mafia siciliana.
I capi cambiano ma la criminalità sembra non avere fine, si intrufola in un sistema sociale fragile, perforabile e corruttibile.
Il paradosso che rappresenta anche la criticità della cultura, del pensiero e nel modo di vivere di alcuni, consiste nel fatto che si tende a demonizzare proprio quel ragazzo coraggioso, colui che ha sacrificato la sua libertà affinché tutto il mondo sapesse quelle verità fino ad allora solo sussurrata a denti stretti.
“Saviano contribuisce alla mistificazione della realtà”;
“Saviano si è arricchito grazie alla camorra”;
“Saviano tende a sputtanare Napoli e la Campania”.
Contestazioni che rasentano l’assurdità di una terra meravigliosa ma maledettamente omertosa.
Nessuno mai ha avuto il coraggio di dire “Schiavone, Iovine, Zagaria, non valete niente”… nessuno tranne uno. Quel giovane, brillante giornalista e scrittore che dopo aver affermato ciò, perse il suo status di uomo libero

bocchetti