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“Per rispondere alla flessione delle attività produttive e agli immediati problemi di liquidità di imprese, troviamo condivisibile le misure del Decreto Liquidità, che muove potenzialmente un’importante quantità di risorse a disposizione delle imprese attraverso fondi e garanzie pubbliche”. Ad affermarlo la Cgil nazionale oggi in audizione su Decreto Liquidità Commissioni presso le Commissione riunite Finanze e Attività produttive della Camera.

“Occorre però sottolineare – aggiunge la Confederazione – che contiene delle criticità legate alla debolezza delle condizionalità. Sarebbe opportuno introdurre vincoli alle imprese che ottengono credito per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Bisogna, quindi, introdurre in sede di conversione ulteriori condizionalità all’erogazione del credito, a partire dalla presentazione di un business plan o un piano industriale almeno per le grandi imprese, a cui vincolare nuovi investimenti e la tenuta occupazionale, compreso l’impegno a non delocalizzare la produzione in fasi successive, anche prevedendo un periodo più lungo per la restituzione dei prestiti”.

Per la Cgil “servono poi ulteriori strumenti di prevenzione e controllo e di tracciabilità, per evitare che le risorse finiscano in mano alle mafie o siano utilizzate da soggetti senza scrupoli. Conti dedicati e vincolo, per l’impresa, ad effettuare gli spostamenti dal conto corrente dedicato attraverso bonifici bancari sono solo due degli strumenti che si possono introdurre”.

“Per quanto riguarda la sospensione delle procedure concorsuali, segnaliamo con forza che occorre – prosegue il sindacato di corso d’Italia – tutelare i lavoratori dipendenti delle imprese soggette a fallimento, sempre attraverso l’accesso agli ammortizzatori sociali e la certezza dei diritti maturati”.

“Crediamo però che solo attraverso un nuovo ruolo economico dello Stato l’enorme liquidità del sistema finanziario si potrà tradurre in una modernizzazione del sistema produttivo, assumendo già dai prossimi interventi del Governo una nuova politica industriale e di sviluppo”, conclude la Cgil.

Redazione