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MADDALONI- Smesso l’abito talare da vescovo, Andrea De Filippo fa il filosofo nel terzo appuntamento del “Tour di Maddaloni”, il percorso itinerante che scandirà la sua campagna elettorale. Ha citato, sempre con ironia, Nietzsche, Kant e Benedetto Croce per dire che “prima di sbandierare slogan sul saper fare, bisogna conoscere e sapere cosa si fa”. E ancora prima “essere comunità che riscopre le ragioni della proprie radici e della convivenza civile”. Questa volta non ci sono stati gustosi retroscena da gossip politico. Solo accenni indiretti al mancato “matrimonio politico con il Pd”. Ma c’è stato bagno di duro realismo: Maddaloni è una comunità senza speranza. E arringando i suoi, cioè le varie componenti della sua coalizione, ha detto che “bisogna ricostruire le ragioni della speranza” che a Maddaloni passano “attraverso una stagione dell’inclusione scevra da rancori personali,, dell’impegno oltre le appartenenze, del servizio oltre le convenienze di parte”. Un modo per dire e ribadire due punti cardini della sua strategia politica. Prima: la scelta “dell’apertura politica a chiunque condivida le strategie programmatiche del movimento trasversale Maddaloni nel Cuore è scelta irreversibile”. Il mancato allargamento del perimetro della coalizione non coincide metodologicamente con una “politica delle porte chiuse”. Secondo: nelle prossime settimane, si intensificheranno i contatti e gli incontri con i maddalonesi. Il futuro prossima della campagna elettorale di De Filippo sarà tutto all’”insegna del dialogo con i cittadini tutti, nessuno escluso, e dell’incontro con il territorio”.

bocchetti