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MADDALONI- Pronti via. Ed è subito flop. Era nell’aria, dopo l’assenza forzata all’ultimo consiglio comunale. Il Pd ridiventa preda delle sue contraddizioni interne. Si rimette in moto il partito (squassato dalle spaccature dell’ultimo triennio) e ritornano le fibrillazioni. Prima riunione, dopo il tesseramento, e prima fuga collettiva. Presenti meno di 10 iscritti su circa 60 neo tesserati. Si comincia proprio con il piede sbagliato. E si comincia con il primo intoppo che sembra un ostacolo insormontabile: la costituzione del gruppo consiliare. Domenico Reitano, Imperia Tagliafierro e Michele Russo dovrebbe sancire il rilancio e il ritorno del Pd. Ma è chiarissimo e altrettanto evidente che non c’è l’accordo. Non c’è risposta su chi debba essere il nuovo capogruppo. Di fatto, la componente (ex Alternativa per Maddaloni) vanta due consiglieri su tre. Quindi, sarebbe maggioritaria. E anche questo non sembra essere molto gradito. In breve, prima riunione della nuova fase e prima fumata nera. Eppure la costituzione del gruppo consiliare sembrerebbe la cosa più scontata, vista che i consiglieri già siedono nel civico consesso. E impazzano i retroscena: L’assenza collettiva nell’ultima seduta, al di là delle dichiarazioni di facciata, è stata necessaria per nascondere la frattura sulla gestione del gruppo? E se c’è maretta sugli atti preliminare, con quel animo si va verso il congresso cittadino e l’impegno elettorale delle prossime regionali. Politicamente parlando, c’è molto da lavorare. Tre anni di scontri ha lasciato i segni, che si vedono proprio tutti. La sensazione è che sia in atto una conta interna. La percezione è che gli ex di Alternativa per Maddaloni vogliono far pesare il proprio peso specifico. La proiezione, verso il futuro, è che questa logica si possa ripetere al congresso e in tutti i futuri appuntamenti elettorali. Staremo a vedere. Di una cosa siamo certi: il Pd ci ha abituato a grandi e anche clamorosi colpi di scena. Tutto può accadere. Staremo a vedere.

Redazione