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MADDALONI- Scivolamento dei termini. La scadenza era fissata per il 31 gennaio ma è stato prorogato all’inizio di marzo il piano di «esodo incentivato volontario» per il personale dello stabilimento produttivo «Maddaloni Cementi srl». Insomma, ci sono nuove opportunità occupazionali ma per chi sceglie gli impianti del gruppo di Varese, Arezzo e Gubbio. Rimandate le decisioni definitive: c’è ancora spazio per nuove trattative. Intanto, continua ad essere esorcizzato lo spettro di tagli traumatici e resta invece immutato e in vigore l’accordo sulle «garanzie per la continuità lavorativa e stabilità occupazionale». Lo sforzo unitario dei sindaci (Fillea-Cgil e Filca-Cisl) è sempre lo stesso: ampliare la piattaforma delle tutele socio-economiche e non solo nel caso del trasferimento delle risorse umane mediante l’utilizzo di incentivi, facilitazioni logistiche e assistenza per quanti decideranno di lasciare definitivamente Maddaloni. Un obiettivo centrato con successo grazie all’accordo siglato un anno fa dalle le segreterie provinciali Fillea-Cgil, della Filca-Cisl, e la Rsu aziendale (Francesco Vinciguerra, Carlo Senneca e Santo Senneca) con la «Colacem spa». Ma le sfide non sono finite. Restando aperte ancora opportunità in altre strutture nazionali della Colacem, il grande argomento caldo resta la prospettiva produttiva dello stabilimento di Maddaloni (funzionante come centro di macinazione) e occupazionale per la sua forza lavoro più che dimezzata. Chiusa la partita dei trasferimenti, nelle prossime settimane si apre quello del futuro dell’impianto maddalonese che è tutto da pianificare. Oltre al consistenza numerica degli occupati (circa 38 persone) vanno valutate seriamente le potenzialità operative rese possibile dagli interventi di riqualificazione ambientali, tutt’altro che scontati e che dovranno essere autorizzati dalla Regione Campania.

Redazione