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MADDALONI- Non è un libro ma una provocazione. Non è una presentazione ma un bel pugno nello stomaco. La presentazione del libro “Breve trattato sul lecchino” del prof. Antimo Cesaro (domani alla biblioteca alle ore 18) assume un significato sinistro. Perchè il lecchino, specie etologicamente ben inquadrata dell’autore nonchè vera categoria antropologicamente ubiquitaria e capace di vivere a tutte le latitudini, trova una dei suoi habitat più congeniali proprio nella politica, oltre che negli atenei e in tutti i settori dove la carriere è subordinata alle grazie della gerachia. Ora la domanda nasce spontanea. parlare di lecchini in un contesto dove la classe politica locale presenta manifestazioni e pure libri è un atto di autolesionismo? Un mostrasi allo specchio? Un’autodenuncia? O cosa? La sciamo all’autore una breve presentazione del Nostro: il lecchino che forse, come Fantozzi e molte altre maschere della commedia all’italiana e del teatro, meglio riassume nel linguaggio come e non forbito la tragicommedia dell’esistenza che tutti ci travolge e che nessuno risparmia.

Scrive il prof. Antimo Cesaro: “Il lecchino è sintesi sublime di disposizione e arte, di natura e cultura, di attitudine e abilità, di genio e capacità organizzativa. Quest’essere straordinario deve dimostrare di possedere e coltivare una virtù fondamentale: la pazienza. Egli sa di dover leccare oggi per incassare domani. A furia di ingoiare rospi, sorridere a comando, applaudire e leccare scarpe e altro, con modestia, senza fiatare, il lecchino assumerà via via posizioni di sempre maggiore rilievo nell’ambito di un ministero, di un’università, di un movimento politico, di un ordine professionale. Proprio al raggiungimento del culmine della carriera si consuma il dramma esistenziale del nostro Campione: si renderà conto di non avere più a disposizione scarpe o natiche per le quali valga veramente la pena adoperarsi.” Attraverso la storia e la letteratura – da Aristotele a Dante, da Machiavelli a Musil – Antimo Cesaro descrive il ritratto impietoso di una creatura immortale: il lecchino“.

Una creatura immortale che assume nomi diversi a secondo le diverse categorie. Non fanno eccezione i giornalisti che al termine lecchino sostituiscono il più asettico aggettivo di prezzolato. Dicasi prezzolato colui o colei che, dietro lauto compenso, spintarelle o sponsorizzazione mette al servizio la propria attività a sostegno del potente vincente di turno. ma è un lavoro a tempo determinato. Giusto il tempo che il vincente rimanga tale. Altrimenti, si cambia datore di lavoro…

Redazione