00 4 min 5 anni

MADDALONI- Primo effetto del Puc: riuscire a compattare l’opposizione frammentata. O meglio le tavole integrate del Puc hanno sortito l’effetto di far emergere l’unità d’intenti, già palesata in commissione, sulla gestione dell’ex-Cava Monti e dei terreni limitrofi. Utilizzando uno slogan caro alla Lega, l’inedito fronte delle opposizioni (Movimento Cinque Stelle, Alternativa per Maddaloni, Maddaloni Positiva) sposa lo slogan del “Prima la messa in sicurezza”. Gaetano Correra, portavoce di Alternativa per Maddaloni, anticipa quello che è un’orientamento comune.

Siete contrari alla «nuova area industriale e/o produttiva» individuata dal Puc in fase di elaborazione?

Non si è contrari alla programmazione. Siamo contrari a questa programmazione alla rovescia nei tempi, nei metodi e nei criteri operativi. Ancora una volta nasce prima il bambino e poi la mamma.

Può essere più esplicito?

Certamente. Si sta seguendo l’errore grave commesso in passato cioè contrarsi sulle potenzialità teoriche ignorando i problemi reali. Insomma, un secondo “caso Interporto” con una zona di insediamenti produttivi zeppa di problemi irrisolti di durata ultradecennale. Prevedere futuri insediamenti industriali su un sito e zone limitrofe, attualmente sotto sequestro, classificato discarica incontrollata e da avviare ad una complicata e non ancora pianificata bonifica, è una scelta urbanistica altamente infelice. Ci mobiliteremo e opporremo con tutte le nostre forze.

Ma il Puc programma il futuro non necessariamente prossimo. Perchè scelta infelice?

Lo è, perchè il “caso Cava Monti”, aperto da decenni e ricco di risvolti investigativi, giudiziali inquietanti, non è affatto chiuso.La bonifica, ma più correttamente realisticamente bisogna parlare di messa in sicurezza, è ancora da venire. Non è scontata ed è un percorso tutto da costruire. Visti i rischi per l’ambiente e per la tutela della salute, l’attenzione deve essere massima affinchè un percorso che si annuncia comunque lungo venga effettivamente fatto. La cosa inaccettabile è che esiste un’ansia e un’attenzione spasmodica diciamo una fretta (palesata addirittura nelle sedi regionali sul destino urbanistico di quei suoli) che non si rileva invece quando di discute dei tempi e dei modi della caratterizzane-fisico-chimica in atto, dello spegnimento della fumarole e della messa in sicurezza. Se non erro, di recente c’è stato un tavolo in Procura voluto dalla senatrice Vilma Morronese per accelerare i tempi. Invece, a Maddaloni si vuole solo accelerare le scelte urbanistiche.

Ma le due cose non possono stare insieme?

Solo seguendo un metodo che è l’esatto contrario di quello seguito fino ad oggi. Prima facciamo nascere la mamma e poi il bambino.

Facciamo nascere la mamma e poi il bambino sarebbe a dire?

Significa utilizzare buon senso metodologico: prima ottenere la certezza sulla messa in sicurezza (che non è scontata e non è dietro l’angolo). Un minuto dopo, ma su basi certe, si può fare la programmazione urbanistica facendo una semplice, e in questa caso legittima ed efficace, variante urbanistica. Così si centrano due obiettivi certi: la tutela dell’ambiente e la pianificazione sicura del territorio. Il contrario è solo un gigantesco pasticcio che non giova certo al nostro territorio ferito.

Redazione