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Mobilitazione sociale, legale e dei disabili costretti agli “arresti domiciliari”

MADDALONI- Vinta una battaglia di civiltà. I disabili non sono più invisibili; non sono più prigionieri e non sono più nemmeno condannati agli arresti domiciliari. C’è chi negli alloggi popolari vende promesse; chi illusioni elettorali e chi chiacchiere. Ma c’è invece chi ha il coraggio di lottare e pure di vincere. Piegata la resistenza dell’Acer (ex Iacp) nella rimozione delle barriere architettoniche presso gli agglomerati di via Serao. Dopo anni di protesta organizzata sui balconi di casa; lenzuola trasformate in striscioni e urla nel segno di «Fateci uscire di casa” e soprattutto una azione legale, patrocinata dall’avvocato Raffaele Minieri, sono arrivati i lavori di adeguamento. Sono arrivati scivoli, pedane per l’accesso di carrozzelle e serramenti modificati. Nell’indifferenza generale, spesso condita da derisione, per eliminare tre gradini e superare appena 60 cm di dislivello sono stati necessari 39 anni ovvero il tempo passato dalle occupazioni post sisma dell’80 agli interventi di adeguamento. E’ più difficile scardinare i pregiudizi; abbattere il muro dell’apatia; vincere poi la burocrazia che costruire uno scivolo. Ne parliamo con Maria Pia Lurini del network nazionale Casa dei diritti sociali «CdS Maddaloni»

E’ difficile uscire dall’ombra. E’ difficile essere ammessi a vivere come tutti e usufruire del diritto alla mobilità?

Diamo merito a Mimmo Renga, e chi come lui, non ha mai smesso di provarci. La sfida è sempre la stessa: vincere il sopruso culturale, sociale e poi economico e organizzativo, che quotidianamente si consuma sui deboli. Quello che si consuma su tutti i deboli, di tutte le latitudini, di tutte le razze e tutte le religioni. Sembra un principio generico invece è una drammatica realtà: verso i deboli, cioè i portatori di svantaggi, si assume o un atteggiamento parternalistico pietoso e una ostentata indifferenza o sufficienza. All’Iacp di Maddaloni la sfida all’indifferenza è stata vinta.

A proposito di indifferenza. Ma non risulta che consiglieri comunali, sindaci o partiti abbiamo fatto una battaglia contro le barriere architettoniche all’Iacp e in generale…

Cane non morde cane. E poi l’interesse è per il consenso mica per i bisogni. Semplicemente, richiamando un romanzo di Primo Levi si potrebbe dire che da una parte ci sono i sommersi (deboli, scarti sociali, svantaggiati) e dall’altro i salvati (quelli che ce l’anno fatta o non hanno problemi). E questi ultimi non si interessano dei primi. Non li vedono proprio. Pertanto, sono gli stessi svantaggiati che debbono farsi interpreti delle proprie istanze e dei propri bisogni. E’ stata vinta una battaglia di civiltà contro tutto (burocrazia e indifferenza culturale) e tutti (gestori e amministratori che guardano da un’altra parte).

Come è nata questa battaglia?

E’ stata una iniziativa supporto dei disagi di Mimmo e di tutti quelli che non ci stanno al silenzio, al sopruso ai diritti negati e a vivere una condizione di minorità sociale. Abbiamo solo accompagnato questa legittima aspirazione perchè i diritti sociali se non esercitati diventano occasioni perse e rassegnazione ad una condizione di svantaggio sociale.

Redazione