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«Il Belvedere di San Leucio è un patrimonio dell’Unesco, non la mansardina del sindaco di cui può disporre a proprio piacimento. La perizia di stima affidata ad un collega commercialista attraverso la determina 599 del 15 aprile scorso del dirigente Biondi per cedere dei locali alla Fondazione del Belvedere, è una procedura che si adopera per un appartamento non per un bene strategico della città. Non stiamo cedendo la mansarda o un paio di camere di un appartamento più grande ad un parente per uno studiolo professionale, ma stiamo affidando la gestione di un bene sul quale dovrebbe essere costruita assieme alla Reggia, alle borgate il futuro della città. L’industria turismo che deve nascere a Caserta non può prescindere dal Belvedere. Non si possono affidare spazi senza che ci sia un progetto su quell’area, con una determina dirigenziale, un atto monocratico che non è figlio né di una volontà collettiva né di un progetto ambizioso. Non esiste un atto di consiglio comunale, non c’è un Puc approvato, non è partita una discussione con la città, che possano giustificare una scelta tanto importante quanto improvvida. Del resto, se il sindaco fosse convinto di star compiendo un atto importante per la città lo avrebbe comunicato ai cittadini, spiegando le ragioni che lo hanno indotto ad assumere tale decisione. Invece si sceglie la strada delle scartoffie e della burocrazia per confondere le acque e agire senza far comprendere nulla alla città. Una volta eletto sindaco revocherò subito sia gli atti relativi alla costituzione della fondazione sia quelli che sono stati fatti e che saranno firmati per la cessione di locali del Belvedere». Lo afferma il candidato sindaco di Caserta Pio Del Gaudio al termine di un confronto avuto con le sue otto liste.

Redazione