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Deluse le speranze di quanti confidavano in una riapertura con l’entrata in vigore della zona arancione

MADDALONI- La zona arancione non è uguale per tutti. Certamente, per le oltre 10 persone, che questa mattina si sono recate al Centro per l’Impiego. Pensavano al libero accesso e alla riapertura. Porte chiuse e accesso solo su prenotazione: cocente la delusione per l’ “ennesimo ufficio pubblico” a “numero chiuso” o che funziona ad “accessi programmati”. Piace non piace, sono le direttive nazionali. E così, è andata in scena l’indignazione. Non c’è stato nulla da fare: i servizi comunicano con l’utenza on line per il rilascio di tutte le documentazioni necessarie. Il web sostituisce il vecchio sportello. Forse, non può sostituire il contatto umano, le dritte, l’orientamento e l’acquisizione supplementare di informazioni. E poi, chi ha problemi con l’interazione, mediata dallo strumento digitale, il disagio è doppio. Per la cronaca, l’esasperazione ha superato il livello di guardia: stamattina, gli utenti hanno allertato persino i Carabinieri. La zona arancione e le tante agognate aperture non sono uguali per tutti. Certamente non riguardano gli uffici gestiti on line e dalla piattaforma www.cliclavorocampania.it. Forse, il vero dramma è proprio questo: la mancanza di informazione e di orientamento. Gli utenti possono visualizzare il certificato storico generato sul Sil e possono, questione veramente importante, ricevere certificati, fare iscrizioni e reiscrizioni attraverso gli indirizzi mail: cpi.maddaloni@regione.campania.it e cpi.maddaloni@pec.regione.campania.it.

Fin qui, la cronaca e come orientarsi nella pubblica amministrazione al tempo del covid-19. Il problema è che l’interattività digitale funziona se è supportata da informazioni e orientamento. Diversamente, c’è il rischio serio di garantire servizi pubblici per molti ma non per tutti. Di fatto, come accade giornalmente anche con la didattica a distanza e molto altro, si genera il popolo degli esclusi. Quelli che, per mille ragioni, non possono usufruire dei servizi telematici. il risultato è disastroso: si riducono gli spazi di accesso al pubblico; si riduce la mole di persone servite; aumentano le attese, la ressa e le proteste perché si concentra la platea dei beneficiari solo in alcune fasce orarie. Paradossalmente, si scarica il disagio sulle fasce sociali più deboli che pagano il prezzo dell’esclusione di fatto. Viste le reazioni inquieta l’inasprimento del ricorso sistematico  al «numero chiuso» o un sistema di prenotazione, con accessi limitati, che se ha ridotto le file sembra non abbia azzerato le contestazioni.

Redazione