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Ex assessore e già funzionario dell’Università Vanvitelli, esperto di finanza e gestione ammnistrativa

MADDALONI- Si cambia registro. Il comune distratto, dopo anni di indecisioni, ha rotto gli indugi. Sarà Angelo D’Ambra il nuovo rappresentante del comune nel CdA del Convitto Nazionale “Giordano Bruno”. Il comune di Maddaloni, per anni, è stato l’unico ente locale, dei 41 sparsi su tutto il territorio nazionale, a non riuscire a rinnovare con celerità il proprio  rappresentante nel consiglio di amministrazione. Già ex assessore di lungo corso, ex capo ufficio presidente della facoltà di scienze ambientali nonché rappresentante del personale amministrativo in senso al Senato accademico dell’Università «Vanvitelli» di Caserta, il roccioso D’Ambra è l’uomo giusto nel posti giusto. Tecnicamente, si attende la ratifica della nomina del sindaco, mediante decreto, da parte del Ministro della pubblica istruzione. Toccherà a D’Ambra essere il referente per una platea di oltre mille studenti appartenenti a tutte le scuole di ogni ordine e grado: elementari, medie, liceo classico e liceo classico europeo distribuiti nei diversi servizi per convittori e semiconvittori. Già assessore al bilancio, più che esperto di bilanci, sarà chiamato a dare un contributo al già avviato percorso di risanamento contabile. Ma dovrà rompere quel senso di lontananza tra l’istituzione Convitto e la città. Sarà pure il più importante polo scolastico verticale del territorio, ma il Convitto è un contenitore di storia, memoria e beni architettonici e artistici. E questo patrimonio travalica gli ambiti settoriali e rappresenta un valore assoluto e un biglietto da visita per tutto il territorio. Per farla breve, è in gioco il futuro della più antica istituzione scolastica della provincia di Caserta, la struttura scolastica, nata per volere di Gioacchino Murat, re di Napoli; dal 1862, trasformata in Convitto dopo l’Unità d’Italia. E sotto il soffitto del salone,  sormontato a soffitto da una delle tele più lunghe del mondo (realizzata dai fratelli Funaro nel 1756), si sono alternate maestri di prima grandezza da Luigi Settembrini a Sbordone. E scusate se è poco. Anche se preoccupa, e non poco, la «messa in sicurezza del salone monumentale» interessato dal fenomeno di «disancoraggio del pavimento in cotto» che, per molti mesi, ha reso inagibile il piano di calpestio in uno spazio prestigioso già sede di convegni e concerti.

Redazione