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MADDALONI – A quasi un anno di distanza dalla protesta formale con cui il Comune di Maddaloni difatti mise in mora la Regione Campania, sui ritardi ingiustificati accumulati nella convocazione del tavolo tecnico finale e nell’avvio delle fase progettuale (bonifica e/o messa in sicurezza) da affidare a Invitalia, oggi finalmente la svolta.

E’ stato appena pubblicato, infatti, il Decreto Dirigenziale con cui si aggiudica l’appalto per i servizi di progettazione e bonifica della discarica si Cava Monti.

Mancava quindi l’ultimo step per dare seguito al provvedimento di Invitalia n. 0171804 del 05/11/2020. Sono quindi stati appaltati i servizi di progettazione integrata e coordinata per la realizzazione delle opere di bonifica. L’appalto rientra nel Patto per lo sviluppo della Regione Campania. L’opera di bonifica è stata inserita nel lotto 2 denominato appunto “Discarica Monti” dell’Intervento Strategico “Piano Regionale di Bonifica”.

Questo primo intervento impegna oltre un milione di euro dei nove complessivi messi a disposizione dalla Regione per l’intero Piano di bonifica. Entra così nel vivo la “fase tre” delle operazioni che porteranno alla bonifica di quella che per anni è stata una vera e propria bomba ecologica ai piedi delle Due Torri.

Oltre quello che è comunque un atto burocratico, ci sono stati i primi risultati degli interventi. Ottenuto lo «spegnimento delle fumarole» o comunque il contenimento del fenomeno. Grazie alle operazioni di movimento e compattazione delle coperture in terra, le esalazioni caustiche in atmosfera di vapori di benzene, toluene, xilene in atmosfera sono drasticamente diminuite. Il fenomeno, collegato a reazioni chimiche esotermiche (interazione tra metalli pesanti, ossigeno atmosferico e acqua) si ripresenta, in maniera significativamente ridotta e in tempo limitati, solo in caso di forti variazioni delle condizioni meteo esterne e per infiltrazione delle acque meteoriche. Dall’aria all’acqua. Dall’analisi delle acque di fondo, presenti nell’invaso, è emerso l’assenza di concentrazioni significativamente anomale di manganese, fluoruri e nitrati. Nessuno degli inquinanti, considerati potenziali contaminanti delle falde, è presente con picchi allarmanti sul fondo della cava. E poi c’è la questione del suolo sollevata dal comune che ha chiesto una verifica dei rischi fino allo zoccolo di tufo basale. La totalità dei dati, che sarà presentata in una conferenza dei servizi, consentirà l’avvio della progettazione esecutiva per la messa in sicurezza probabile dell’invaso. Restano inalterati i divieti di commercializzazione di prodotti agricoli entro un raggio di 500 metri dalle fumarole e quelli di emungimento della acque dai 61 pozzi irrigui sequestrati da oltre cinque anni.

Redazione On Line