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MADDALONI- L’ex Foro Boario ovvero il disastro amministrativo, finanziario e politico prefetto. E per questo nessuno ne ha voglia di parlare. Ma la vera notizia, ad onore del vero, è un’altra: nessun ricorda; nessun sa e nessuno fa la corsa all’annuncio. E adesso il fatto: il comune è sulla strada del commissariamento «per inerzia amministrativa». Quello della discarica dell’ex Foro Boario è davvero un incendio che non si riesce proprio a spegnere. Una batosta tira l’altra: dopo le condanne, in Tribunale al risarcimento danni  «per negligenza amministrativa» pari ad oltre un milione di euro a causa delle immissioni di diossine in atmosfera, ora i guai arrivano dal Tar.

Consigliere Tenneriello che sta succedendo?

Succede quello che che accade sempre quando i problemi non si affrontano e si rimandano a colpi di atti giudiziari. Prima o poi si paga il conto.

Quindi?

Il comune non paga e non ottempera le sentenze del Tar. Quindi è moroso verso i legali delle controparti e non ha ancora dato esecutività alle sentenze sugli espropri, eseguiti nel 2002-2003, nell’area dell’ex Foro Boario. Pertanto, incombe il «procedimento sostitutivo»: visto il mancato adempimento degli obblighi, l’inerzia amministrativa e le resistenze procedurali, annunciata la nomina di commissari ad acta.

Cornuti e mazziati, per usare un latinismo?

Mazziati non del tutto: tecnicamente si hanno ancora 60 giorni per evitare l’onta del commissariamento…

E invece cornuti?

Cornuti a volontà. Se per corna si intendono la sconfitta in Tribunale e quindi l’obbligo di pagare tutti i danni causati dalla combustione della discarica pari a 4500 tonnellate di immondizia bruciata in quattro anni con immissioni in atmosfera di diossine. Sentenze alla mano, dopo quasi 18 anni la combustione incontrollata della discarica, l’ex sito di trasferenza dell’ex Foro Boario ha prodotto condanne (per danni alle attività immobiliari, alle imprese e ai singoli cittadini bersagliati dalla diossine) superiori al milione di euro. Il  comune di Maddaloni ha già avviato il risarcimento per le aziende (perdita fatturato, perdita valore immobiliare e chiusura delle attività) per almeno per 400 mila euro.

Una batosta che dovrebbe scatenare un terremoto politico. Invece…

Invece, nessuno ricorda. E chi c’era, era distratto a fare altro. Figurarsi che, in quelli anni, c’erano anche i Verdi a Maddaloni. Pure loro hanno perso la memoria: qualcuno ha fatto i baffi grigi, qualcun altro vede le stelle e tutti insieme non ricordano. Gli stessi che oggi, cancellato il passato, si ripropongono come i maestri di lungo corso della politica. E che dire chi oggi si dichiara vittima di una stagione infausta e erede di un disastro causati da chi c’era prima? All’epoca hanno omesso di fare quella opposizione dura e intransigente che un simile disastro ambientale meritava.

Destri e sinistri, pari sono?

E’ ovvio. Venti anni fa, quando eravamo ancora pischelli e da poco neolaureati, c’era chi vantava (in ambo gli schieramenti) militanze pluridecennali e formazione nei partiti solide. Forse, avranno studiato tanto ma non a sufficienza per risparmiare alla città una serie di record negativi di rilievo regionale e nazionale.

Record negativi?

Siamo il primo comune che, a causa dell’emergenza della raccolta rifiuti, è stato condannato da un tribunale. Il primo che deve risarcire i cittadini per la pessima gestione di una discarica già ex sito di trasferenza. Condannato poi a pagare per l’omesso riconoscimento dei danni ambientali a partire da quelli prodotti dalla gestione dell’emergenza rifiuti (2004-2007). Debiti spalmati in un ventennio: subito, circa quattro milioni euro sono stati già pagati alla Fibe, all’Acsa Ce3 e all’ex Commissario di Governo considerati erroneamente corresponsabili della gestione dell’ex Foro Boario. Poi, sono stati pagati con fondi comunali anche gli interventi di rifacimento del «panettone» cioè del tappo di argilla che ha cercato inutilmente di sigillare l’invaso per circa quattro anni. E non è finita ancora. Peggio di così.

E ora?

E ora basta con il mettere la testa nella sabbia. La politica degli struzzi non paga. Basta con i “politici struzzi”: i protagonisti chiedessero scusa e si dedicassero ad altro. Una volta tanto facciano del bene alla città.

Redazione