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MADDALONI- Stracciati tutti i record. Si può essere favorevoli o contrari ma i numeri sono impressionati: con la seconda fase, Maddaloni si avvia alla quota stratosferica di 2500 percettori del reddito di cittadinanza contro i 1747 della prima fase. E al cospetto di un fenomeno senza uguali basta un paragone: nemmeno la Face Standard dei tempi d’oro poteva vantare questi numeri. E’ doveroso monitorare un fenomeno che, fatta eccezione del M5S, è fuori dall’agenda politica di tutti i partiti. Insomma, vediamo i numeri e non le opinioni. Ne parliamo con Franco D’Angelo del patronato Cisal.

Cosa sta succedendo e quale è la situazione socio-economica?

Il reddito di cittadinanza, con tutti i suoi limiti e contraddizioni, è un termometro. Maddaloni, e non solo, ha la febbre alta: il quadro economico complessivo è peggiorato. In concreto, ai vecchi percettori (prevalentemente precari e disoccupati di lungo corso) si sono aggiunti molti nuclei familiari che hanno perso il lavoro o la fonte di reddito certa e certificata.

Insomma, chi aveva reddito certo e fonte di sostentamento l’ha perduta?

Tecnicamente, c’è stato un crollo dell’Isee familiare. Di fatto, quasi due famiglie residenti su 10 hanno maturato i requisiti per l’accesso agli aiuti e quindi sono scivolati verso la soglia di povertà.

C’è chi parla di assistenzialismo…

E’ la solita banale semplificazione. Non bisogna mica essere degli economisti per notare che la situazione reddituale media è in una fase di grave stagnazione. Se nulla cambia, i numeri cresceranno ancora.

Voi che siete a contatto con il disagio vero, non siete preoccupati?

Quello che dovrebbe preoccupare davvero non è l’avviamento al reddito di cittadinanza che è una misura, temporanea ma assolutamente necessaria. Quello che continua a mancare è l’ orientamento o collocamento al lavoro.

Mancano i progetti utili alla comunità (Puc)? Non solo, anche se con questi numeri record mancano progetti adeguati: al momento sono state mobilitate solo 76 persone (il 3 per cento della forza lavoro potenziale) da utilizzare per appena due progetti di impiego in servizi scolastici ausiliari (scuola sicura) e manutenzione verde pubblico. Ma non è questo il problema.

E quale è?

E’ che non c’è la possibilità di sbarcare nel mondo del lavoro che è fermo. E’ questo il grave problema. Il reddito funziona per chi è in difficoltà, ma da operatori continuiamo a nutrire scetticismo che alla fine possa arrivare una offerta di lavoro.

Redazione