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Foto: © SSC Napoli

Due vittorie consecutive in trasferta, il terzo/quarto posto a portata di mano: alla ripresa del campionato c’è il Crotone e il recupero contro la Juventus

Coerenza: parola virtuosa e odiata allo stesso tempo poiché, a differenza del suo contrario – l’incoerenza – non dà a tutti la possibilità di poter aver sempre qualcosa da dire. Così, osservando le due vittorie consecutive in trasferta del Napoli su Milan e Roma – la quarta nelle ultime 5, quanto fa male il pareggio all’ultimo istante del Sassuolo – chi ha sostenuto la tesi che tutti i mali dei partenopei non dipendessero da un’unica persona, Gennaro Gattuso, non può fare a meno di provare una certa soddisfazione. Allo stesso modo, gridare al #GattusoOut senza proporre soluzioni alternative è stato un esercizio giornalistico troppo facile per chi compie questo mestiere. Era abbastanza chiaro d’altronde, che il periodo negativo attraversato dal Napoli tra la fine di gennaio e la fine di febbraio avesse molteplici colpe da suddividere tra proprietà, allenatore e giocatori.

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CONCORSO DI COLPE

La reazione istintiva di Aurelio De Laurentiis. È stato già abbondantemente detto che contattare altri allenatori subito dopo la sconfitta di Verona rientrava tra le prerogative del presidente. Ma la fuoriuscita della notizia ha generato una frattura tra patron e allenatore che ha avuto conseguenze anche sulla squadra. C’è stato anche un periodo di assenza di vicinanza della proprietà, a cui ha fatto poi seguito un cambiamento di atteggiamento di ADL, diventato molto più presente. Il rapporto ricucito con Gattuso con l’intento di fare quadrato verso l’obiettivo Champions potrebbe aver dato i suoi frutti.

Gattuso ha certamente commesso i suoi errori. Dopo mesi di lavoro a Napoli si è fatta fatica a vedere una squadra con un’identità precisa, un gioco chiaro che invece dipendeva più da colpi individuali. Il non essere riuscito a far tirar fuori il meglio dai suoi nel periodo di maggior difficoltà – come fatto da altre squadre – è un altro punto a suo sfavore. Il lamentarsi dell’assenza della settimana tipo – che non può esserci se si vuole essere una grande squadra – è stato solo un alibi. Ma Gattuso è stato bravo nel compattare i giocatori attorno alla sua figura nel momento di gelo con De Laurentiis. E non si può non sottolineare che, se è vero che le assenze per Covid e infortuni vari hanno riguardato tutti, nessun altro club ha perso quasi tutto il reparto d’attacco e tutte le sue punte.

Anche i giocatori hanno le loro colpe. C’è stato un periodo infatti che la personalità degli azzurri è stata soggiogata dalla paura, evidente negli infiniti errori inconcepibilmente commessi, costati punti preziosi in classifica. Come per Gattuso, non aver tirato il meglio in un momento negativo è stato un limite. C’era addirittura l’impressione che scendevano in campo più per dovere che per voglia di ambire al raggiungimento dei risultati. Evidentemente, la strigliata di Insigne post Sassuolo e le parole di uno dei senatori – Ghoulam – hanno avuto il loro effetto.

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LA CHAMPIONS A DUE PUNTI

Inutile ora pensare a ciò che poteva essere, a ragionare con i se: quanto è accaduto non si può cambiare. Meglio concentrarsi invece sul presente e sul futuro: il Napoli ha ancora la partita contro la Juventus da recuperare, tre punti potenziali che lo porterebbero al terzo posto in solitaria. Gli azzurri hanno già dimostrato di poter battere chiunque e che il principale avversario dei partenopei sono i partenopei stessi. La qualificazione in Champions è tutta nelle loro mani.

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Luigi Ottobre