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Il loro Festival lo hanno vinto. Non è stata una passeggiata come un anno fa ma, a pensarci bene, esiste una cosa che rimasta uguale rispetto a dodici mesi fa? Stavolta gli ostacoli da superare sono stati tantissimi, sembrava quasi lo stage di un videogame adventure. Ama & Fiore in viaggio verso il Teatro Ariston tra critiche, divieti, restrizioni, Prefetti e Ministri come mostri infuocati da sconfiggere, poltrone vuote da contemplare, cerimonie di premiazione da eliminare (il Premio della Critica e delle Radio-Web-TV sono stati consegnati, ai vincitori, in una busta come al supermercato…), malumori da sopportare, dati Auditel da confrontare, canzoni da far arrivare al cuore della gente, con la gente a fare i conti con le proprie tempeste personali. Amedeo e Rosario si sono caricati sulle spalle la loro personalissima “mission impossible” sapendo di avere mezza Italia contro semplicemente perché “ma vi pare che quest’anno si debba pensare alle canzonette? Hanno annullato tutto, annullate pure il Festival!”. Un macigno da portare sulle spalle ma da non mostrare davanti alle telecamere. Quasi due giorni per carburare, per rendersi realmente conto di essere per la prima volta davanti ad una platea vuota, con la quale non poter interagire, dove non puoi tirare il fiato durante un applauso. Gli ex ragazzi di Radio Deejay, però, hanno fatto quello che sanno fare meglio, anche in un momento così difficile. Nel silenzio di una sala senza pubblico, avranno ripensato alle migliaia di ore trascorse davanti ad un microfono nel silenzio di uno studio radiofonico dove ci sono solo cuffie e microfoni e farti compagnia e una lucina accesa che ti ricorda che dietro quel vetro c’è un pubblico sterminato ad ascoltarti. Non è seduto in smoking, non ha comprato il biglietto, non puoi incrociare il loro sguardo. Ma sai che c’è! E devi dare il massimo, comunque.

Fiorello e Amadeus in versione Sabrina Salerno e Jo Squillo

Uno impeccabile nella conduzione, mai in difficoltà, sempre con la situazione sotto controllo e con la voglia irrefrenabile di mettere nel pentolone del Festival quanti più ingredienti possibili fino ad assemblare dirette di oltre cinque ore! Dell’altro, invece, si è detto tutto e ancora di più. Lo showman per eccellenza dello spettacolo, quello che riesce ad improvvisarti un numero dal nulla, quello che si mette a disposizione dell’amico conduttore, quello che lo difende davanti a milioni di spettatori e agli ingrigiti Dirigenti RAI perennemente concentrati su numeri e bilanci. Amadeus con un sistema nervoso a pezzi è stato un professionista esemplare, Fiorello dal canto suo, come si diceva una volta, è stato comico, spalla e soubrette. I loro nomi saranno per sempre legati a due edizioni di difficili da dimenticare. L’anno scorso la festa dei 70 anni del Festival in una città dove bisognava fare la fila davanti ad un bancone per prendere un caffè. Quest’anno le transenne, i vicoli vuoti e i poliziotti a controllare che non si facesse assembramento fuori all’Ariston per la classica foto ricordo.

La performance con Achille Lauro: il momento più social di Sanremo71

Gli ex ragazzi di Radio Deejay hanno consolidato un’amicizia vera che dura da 35 anni. Si sono sorretti a vicenda ed hanno fatto compagnia al pubblico chiuso in casa. La loro amicizia è diventata l’armatura per affrontare l’esperienza più improbabile e stressante di una carriera partita dalla gavetta e fatta di salite e discese. Amadeus ha svecchiato Sanremo con un bastimento carico di giovani esordienti famosi solo ai fruitori di streaming ed indie. Fiorello ha raggiunto il trend topic del suo Sanremo71 nel duetto con Achille Lauro. Rosario ha detto che nemmeno al peggior nemico si può augurare di stare davanti ad una platea vuota. Amedeo ha confermato di non pensare al “triplete” e di volersi congedare, con questo ricordo, dal Festival. Il pubblico, però, li reclama a gran voce. Sono gli amici ai quali si apre volentieri la porta di casa, anche nell’Italia del COVID e del distanziamento.

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Vincenzo Lombardi