00 2 min 3 anni
Ciro Cortese

MADDALONI- Nessuna decisione. La proroga degli sfratti scade il 31 marzo ma nulla cambia. E’ incredibile ma è vero. Solo rinvii ad oltranza: oggi, non si è riunito l’osservatorio sulla case del comune di Maddaloni mentre l’Acer (ex Iacp) latita. Non sono stati nè cancellati e nè prorogati gli sfratti esecutivi (firmati dal sindaco Andrea De Filippo) e dalla burocrazia che ha deciso ancora di non decedere. Vivono appese ad un filo le dodici famiglie (presso i grandi agglomerati popolari di via de’Carlucci, via Feudo e via Serao) colpite da provvedimenti di sfratto esecutivi. Gli atti consequenziali, sono stati congelati di nuovo fino a fine marzo. In concreto, il classico blocco degli sfratti è stato sostituito con la paralisi delle procedure.

Questa situazione non piace ai sindacati che sta succedendo?

E’ accaduta di nuovo la cosa peggiore che potesse accadere: non c’è l’esecutività e né la revoca dei provvedimenti. E’ una cosa senza precedenti.

Ma di fatto non è una proroga?

Non proprio. E’ solo burocrazia che aggiunge disagi a situazioni già disagevoli. E’ stato negato il riconoscimento dei diritti acquisiti (per gli occupanti senza titolo fino all’ottobre 2016) e pure l’esercizio della facoltà di godere della sanatoria regionale.

Quindi non è una proroga ma una non decisione?

Non decidere danneggia tutti: le proroghe di fatto agli sfratti, motivate dalle carenze burocratiche,  non sono il diritto alla casa. Anzi, ne sono la negazione.

Come è potuto succedere ciò?

Succede perché persiste la fuga dalle responsabilità . Il risultato è agghiacciante: si nega il riconoscimento definitivo agli aventi diritto e non si colpiscono coloro che diritti non ne hanno. Tutto si vuole fare tranne che una seria politica abitativa.

Redazione