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SAN FELICE A CANCELLO – Dopo 19 giorni di silenzio, un silenzio assoluto anche con i suoi fedelissimi assessori e consiglieri, ieri in tarda serata è arrivata la svolta: ritirate le dimissioni che per questo non avranno più efficacia. Tanti i nodi, che però restano da sciogliere. A partire dalle dimissioni, che furono sì di carattere personale, ma con un chiaro riferimento politico a forze esterne alla città dal punto di vista territoriale e sovraordinate come Provincia e Regione. Resta anche da chiarire la dura presa di posizione di Ferrara e dei suoi fedelissimi extragiunta ed extraconsiglio che attaccarono duramente il personale dipendente del comune, reo di aver ostacolato il corretto funzionamento della macchina comunale. Come a dire: i dipendenti comunali non rispondono all’Amministrazione, evidentemente a chi da fuori (e per fuori si intende al di fuori dell’odierna composizione politica) riesce ad ottenere più risposte da funzionari e impiegati.

Ed infine il nodo giunta. Al netto degli inamovibili e fedelissimi Verlezza e Savino, che si sono anche alternati nel ruolo di vice, con quest’ultimo che negli ultimi giorni ha lavorato da sindaco, la compagine assessoriale è stata cambiata per ben 4 volte con 13 assessori nominati e revocati in nemmeno due anni di amministrazione. E probabilmente sarà Ferrara-quinquies, con una nuova composizione di giunta.

Un record, che però non sarà il solo; rischia di passare alla storia come il Sindaco che ha annunciato, a volte presentandole altre no, più dimissioni in un solo mandato. Per il momento, il commissariamento, anche breve, è scongiurato; in attesa di arrivare di nuovo a quei nodi che dovranno essere sciolti in un modo o nell’altro.

L’unico punto davvero negativo resta il mancato coinvolgimento dell’assise comunale a queste vicende politiche. Lo hanno chiesto a viva voce i consiglieri di minoranza del Movimento 5 Stelle Luciano Bernando e Concetta De Lucia, informando il Prefetto Ruberto, che ha chiesto spiegazioni al presidente del consiglio comunale Corrado Colella. Ma il consesso dove i rappresentanti dei cittadini, eletti democraticamente, dovrebbero parlare di politica e avrebbero dovuto capire politicamente la scelta delle dimissioni di Ferrara, non è stato convocato. In barba allo Statuto, ma soprattutto ad ogni logica, prassi, e buona norma politica delle democrazie moderne, senza dover per forza arrivare a scomodare gli Ateniesi e gli antichi Greci che già nel quinto secolo avanti Cristi si sarebbero comportati diversamente.

Redazione On Line