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di Michele Schioppa

CASERTA – Lo scorso 20 gennaio con un programma nutriti il nuovo Vescovo della Diocesi di Caserta, mons. Pietro Lagnese, è entrato ufficialmente in Diocesi dopo l’annuncio e la lettera alla Chiesa di Caserta da Ischia, sua sede Episcopale in uscita, dello scorso 19 dicembre 2020.

La Chiesa di Caserta tutta ha vissuto, nonostante la Pandemia, come un momento di Grazia del Signore la nomina del nuovo Pastore dopo la prematura nascita al Cielo di mons. Giovanni D’Alise, Vescovo di Caserta (link). Dopo don Giannino un altro Vescovo della nostra Terra, della Terra di Lavoro, è titolare della Cattedrale di Caserta dedicata al principe degli Angeli, San Michele. Il difensore del Paradiso e dei deboli. Ed è in questa chiave che è iniziata la missione pastorale del nuovo vescovo della Diocesi di Caserta, mons. Pietro Lagnese.

Il nuovo vescovo, in forma privata ha avuto una mattinata impegnata, infatti,  alle 10 circa ha incontrato alcune famiglie e anziani ammalati; alle 11 il Vescovo emerito Monsignor Raffaele Nogaro; e alle 12 il Pastore Giovanni Traettino della Chiesa Evangelica della Riconciliazione.

Poi alle 15 del giorno di uno dei protettori della città di Caserta, San Sebastiano, ha fatto prima tappa all’Azienda Ospedaliera di Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta alle 15, anche per chiedere la protezione dello stesso San Sebastiano dalla peste ovvero oggi dal covid, cioè la peste contemporanea.

Lagnese, uomo dall’animo nobile ha avuto il desiderio di visitare i malati, i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario in prima linea contro il covid.

È simbolicamente importante la partenza dell’azione pastorale da questo luogo perché è lo stesso che ha visto la dipartita del predecessore mons. Giovanni D’Alise, che per via del covid 19 è morto nel medesimo ospedale lo scorso 4 ottobre 2020.

Altra tappa sempre delle “periferie della società” è stata quella dell’incontro con i poveri e i senza tetto, gli ultimi, a Casa Emmaus, il centro di accoglienza della Caritas diocesana in via Sud Piazza D’Armi. 

Dopo circa un’ora alle 16 mons. Lagnese ha incontrato le Istituzioni al teatro Comunale di Caserta “Costantino Parravano” di via Mazzini. Qui il primo cittadino, il sindaco di Caserta Carlo Marino, che lo ha accolto con il messaggio di saluti sul palco, alla base del base vi erano carabinieri in alta uniforme, ha consegnato simbolicamente le chiavi della città.

Altrettanto importante è stato l’evento che è seguito, ovvero, all’incirca alle 17 l’incontro ecumenico e interreligioso con tutti i fratelli cristiani e le altre comunità religiose del territorio, nella casa dei Salesiani di via Roma, diretta da don Antonio D’Angelo.La Diocesi di Caserta, fin dall’insediamento di mons. RaffaleNogaro, Vescovo emerito di Caserta e presente all’ingresso di Lagnese, ha sempre valorizzato il dialogo ecumenico e la dimostrazione è stata la doppia visita del Santo Padre Francesco  a Caserta nel luglio 2014.

Da qui alle 18 l’incontro con il clero nella cattedrale di San Michele accolto dall’Amministratore apostolico pro tempore della Diocesi, ovvero mons. Tommaso Caputo.

Molto seguita la Santa Messa, in diretta su diversi canali e reti televisive,e per un dettaglio e registrazione si rimanda alla pagina social della Diocesi di Caserta: https://www.facebook.com/diocesicaserta

Durante la Santa Messa si è tenuto, con l’omelia, il discorso d’ingresso di mons. Pietro Lagnese.

Discorso che propongo in esito all’articolo per la sua pregnanza e importanza, senza però fare opportune considerazioni su quelli che sono i temi su cui prestare attenzione.

Innanzitutto, richiamando il Vangelo di Matteo (10,32) il neo Ordinario Diocesano chiede al popolo della Chiesa di Caserta di riconoscere Dio, il Signore. In un momento di forte prova, la disperazione è facile e avere nella Fede la roccia a cui aggrapparsi è importante.

E riconoscerlo e viverlo nell’Eucarestia, ovvero con la partecipazione ai momenti di vita spirituale e liturgici perché siano linfa vitale. Da qui l’importanza del prossimo nella missione Ecclesiale. Tutti membra del Corpo Mistico che è la Chiesa.Affinché tutti possano dire: “Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà”. Nel segno della continuità e novità, da qui il Saluto a mons. Battaglia nuova guida della Chiesa di Napoli e al predecessore mons. Sepe ed ancora al Vescovo emerito Nogaro, ricordando mons. D’Alise e mons. Caputo che ha amorevolmente guidato la Chiesa di Caserta in questi mesi di vacatio. Non è mancato un ricordo a mons. Pietro Farina. Commovente e importante poi il richiamo all’esperienza ischitata così come la radicalità del territorio, del suo territorio essendo vitulano e come tale casertano. 

San Sebatiano, la Mamma Celeste e la Parola di Dio sono qui ripresi così come l’invito nell’operare chiesto dallo stesso Santo Padre Francesco a Caserta il 26 luglio 2014.

Lagnese, in questo momento in cui è vietato il contatto fraterno fisico, ci inviata a sperare e pregare per vivere “un tempo in cui non possiamo stringerci le mani, toccarci, abbracciarci, Dio ci dice: sei nelle mie mani! Ti porto nelle mie mani; “Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato”” come ricorda Isaia. Ed aggiunge “Vengo a Caserta per questo: per annunciare l’amore di Dio. Per dire che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3, 16)!”, “Con dolcezza e rispetto…”. Ed infatti dice: “Anche l’episcopio che da stasera abiterò – ma gli stessi ambienti della curia – vorrei che sapessero di casa: casa per i preti, ma non solo; casa per i poveri; casa per tutti”.

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