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Per quanto possa essere leggero il suo peso, l’Italia si ritrova con un altro problema sul tavolo. Un problema decisamente meno preoccupante di una crisi di Governo, della pandemia e del tracollo dell’economia ma, sicuramente di spessore nazional-popolare: il Festival di Sanremo. Come ampiamente anticipato in tempi non sospetti su queste colonne (LEGGI SERVIZIO), la kermesse più seguita e chiacchierata d’Italia è stretta in un imbuto dal quale sembra davvero complicato uscire con le ossa sane. I colpevoli, sicuramente in buona fede, sono Mamma Rai e il Comune di Sanremo che da mesi sponsorizzano un’edizione di assoluta normalità e di rinascita della musica dopo l’ “annus horribilis” che tutti conosciamo. Il mondo dei “live” dovrebbe ripartire proprio dal palco più importante con un Sanremo denominato “70+1” non a caso per ribadire la voglia di ripartenza di un settore messo in ginocchio dalla pandemia. Tutto bellissimo. Il cast ufficializzato lo scorso 17 dicembre (LEGGI ARTICOLO COMPLETO), Elodie ed Achille Lauro, primi ospiti di palco già annunciati insieme con la sorpresa Ibrahimovic (LEGGI SERVIZIO), Amadeus che non perde occasione per confermare l’assoluta volontà di un Festival fatto di gente, pubblico in sala e di rispetto delle tradizioni legate alla Settimana Santa della musica. Chi non lo vorrebbe un Festival normale, caro Amedeo? Anche il più distaccato e lontano dalle logiche della Riviera dei Fiori si auspicherebbe di vedere una città che quasi non dorme per essere sotto le luci dei riflettori, delle telecamere e dei microfoni per una settimana intera. Sarebbe a dire, appunto, aver guadagnato un pezzetto di normalità.

Elodie ed Achille Lauro i già annunciati compagni di viaggio di Amadeus e Fiorello

Purtroppo, non è così. Non ancora. Le Regioni colorate, i DPCM, i numeri che continuano ad essere preoccupanti, i vaccini non ancora completati e le esortazioni degli esperti, non ci permettono di sognare un Sanremo2021…normale. In un clima di incertezza la RAI ha confermato nella tarda serata di lunedì, al termine di una lunga riunione, le date stabilite, dal 2 al 6 marzo. Il numero di persone che ruota intorno all’Ariston e dintorni è semplicemente pauroso. Lo sanno tutti: gente che si accalca sulla passerella di Corso Matteotti, fans alla ricerca di un selfie, discografici, addetti ai lavori, conferenze, eventi collaterali, incontri, tecnici, operatori, sponsors e soprattutto l’imponente macchina della comunicazione con inviati da tutto il Mondo che arrivano a Sanremo per raccontare il Festival della Canzone Italiana, un evento con pochi eguali. Come far andare a braccetto i divieti imposti dal COVID con la manifestazione più seguita? Tra i temi affrontati nel corso dell’incontro, il Protocollo sanitario e organizzativo che sarà a breve sottoposto alle autorità competenti in modo da poter prevedere una presenza del pubblico nella platea del Teatro Ariston. Nei prossimi giorni maggiori informazioni sulle modalità.

Il Direttore di RaiUno, Stefano Coletta

Ovvio che sulla decisione pesa il Dio Denaro che la RAI che non vuole rinunciare al più importante pacchetto pubblicitario (in ballo quasi trenta milioni di euro, molti dei quali garantiti dallo sponsor unico TIM). In mezzo i discografici che hanno già programmato il lancio di album e brani dei cantanti in gara. In tanti si chiedono: ma questo Festival per forza s’ha da fare? Da giorni si intensifica anche la protesta social che prende di mira proprio la presenza del pubblico in sala: dopo un anno di teatri chiusi, perché concedere questa deroga speciale all’Ariston seppur nel pieno rispetto delle regole? Poco più di quaranta giorni al Festival. Tanto da lavorare, capire, organizzare, assicurare. Se son canzoni fioriranno…    

Vincenzo Lombardi