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Foto: © SSC Napoli

Le parole del tecnico azzurro dopo il match di Coppa Italia vinto per 3-2 sull’Empoli: “Creiamo tanto ma segniamo poco e subito veniamo puniti”

Un ottavo di finale di Coppa Italia più complicato del previsto. Al Diego Armando Maradona l’Empoli ha creato più che un problema al Napoli di Gennaro Gattuso, costretto a cercare per 3 volte il vantaggio dopo i due pareggi dei toscani. Alla fine la qualificazione ai quarti è arrivata: prossimo avversario la vincente di Roma-Spezia. “Abbiamo fatto una grandissima prestazione contro una squadra piena di giovani interessati e abbiamo sofferto”, le parole di Gattuso in conferenza. “Sapevamo che oggi occorreva dare minutaggio a chi ha giocato meno, abbiamo giocato tanto e ci teniamo la vittoria, ci servirà per la partita di domenica. Dobbiamo ritrovare qualche equilibrio in più. Da quando è arrivato il Covid non esiste più casa e fuori casa, già è tanto che il calcio sta andando avanti. È cambiato tutto e nessuna squadra in Europa ha continuità.

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Dopo l’Inter abbiamo avuto un’involuzione, stiamo iniziando a soffrire tanto e non siamo brillanti tatticamente. Creiamo tanto e subiamo troppo, ma mancano tanti calciatori e questo si sente, soprattutto in questo periodo particolare. Dobbiamo capire se vogliamo creare tanto o meno, il problema è che sbagliamo tante palle gol e subiamo tanto dopo la prima pressione. La nostra squadra crea molto e ci sta concedere qualcosa. Osimhen? Sta recuperando con i dottori, negli ultimi 4-5 giorni sta meglio e corre tanto. Valuteremo nei prossimi giorni le sue condizioni per capire quando potrà tornare in campo”.

SULLA MIASTENIA – “C’è di peggio nella vita, la mia malattia è tranquilla e ci condivido da anni, questa è la terza ricaduta, ma sto bene e poso tranquillamente continuare a fare il mio lavoro, ho sentito tante voci su di me in questi mesi. Federazioni e dottori stanno facendo un grandissimo lavoro, basta vedere che sta accadendo nel campionato inglese. Siamo privilegiati per quanto guadagniamo, ma è davvero difficile ogni volta che fai un tampone aspetti sempre con ansia l’esito, basta vedere quanti morti ha fatto il Covid in 11 mesi”.

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Luigi Ottobre