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Se non si opera con buonsenso si rischia di vaccinare prima gli impiegati e poi i medici di famiglia.
I medici di medicina generale, per essere messi in condizione di operare attivamente nella campagna vaccinale, vanno protetti con vaccino anti covid, insieme alle altre categorie ritenute prioritarie.
Si devono immediatamente rivedere le priorità di somministrazione.
L’Unità di Crisi regionale individua nel piano per la campagna di vaccinazione anti covid i gruppi di rischio (medici e infermieri ospedalieri, personale e operatori delle residenze per anziani e infine specialisti ambulatoriali e medici di medicina generale). Ma l’elenco delle priorità non va confuso con l’ordine cronologico di somministrazione dei vaccini.
La stessa Unità di Crisi con una nota del 3 gennaio, è corsa ai ripari spiegando che “la sequenza numerica contenuta nel Piano Vaccinale Regionale delle categorie da vaccinare non è da intendersi in senso cronologico”. Nella campagna vaccinale anti covid è essenziale l’impegno anche di medici del territorio, bisogna prevedere la vaccinazione per specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale e pediatri di
libera scelta. Sollecito la direzione aziendale ad applicare il calendario vaccinale secondo le disposizioni nazionali, in analogia a quanto già sta avvenendo nelle altre regioni. Nella giornata dell’Epifania in Piemonte c’è stato il Vaccine Day che ha coinvolto proprio i medici di base (medici di famiglia e pediatri). Il mio sostegno alle Segreterie Provinciali di Avellino di FIMMG, FIMP, SUMAI, SNAMI e SIMG, che hanno sollevato il problema.

Redazione