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MADDALONI- Sarà l’anno della verità. La Colacem fa tre: terza proroga consecutiva della cassa integrazione a guadagni ordinaria (Cigo) allo stabilimento Colacem di Maddaloni scaduta il 26 dicembre scorso. Così, si arriverà ad un anno ininterrotti di ammortizzatori sociali. Solo spostati nel nel tempo i timori della conta di potenziali esuberi o di ipotetici licenziamenti. E’ dal primo gennaio 2019 che  la «Maddaloni Cementi S.r.l.», interamente controllata dal terzo gruppo cementiero nazionale, va avanti con il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria dopo lo spegnimento dell’altoforno e la trasformazione del complesso produttivo in semplice in centro di macinazione e punto vendita. Nel frattempo, per gli 84 dipendenti, la condizione di esubero è stata gestita con «accordi e misure a sostegno sociale a supporto della cigs» tra azienda e sindacati. Il “Piano sociale” ha portato alla di  ben 37 unità. Spostate, mediante l’esodo incentivato,  14 unità verso  gli stabilimenti Colacem di Varese, Arezzo, Galatina (Lecce) alle quali si sono aggiunti 10 licenziamenti volontari e 13 pensionamenti. Ma la terza tranche di ammortizzatori sociali (scadenza 31 marzo 2021) non garantirà la continuità occupazionale a Maddaloni. Il centro di macinazione, un impianto produttivo complementare della Colacem di Sesto Campano, non ha futuro. Insomma, la sola attività di vendita produce ancora  esuberi di almeno una diecina di unità.

Redazione