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MADDALONI- Ancora un vertice e ancora un incontro a muso duro con la Soprintendenza e Autostrade per l’Italia. Se le grandi opere non possono essere fermate, deve essere soprattutto tutelato l’investimento di 18 milioni di euro per il casello autostradale sull’A30 «Maddaloni-Interporto». Chiediamo al sindaco De Filippo il bilancio dell’ennesimo incontro d’urgenza.

Andrea De Filippo

Da ente attuatore ormai fate anche gli arbitri tra le parti i lite?

Purtroppo si. Intanto, diciamo che si ripartono le prospezioni archeologiche, nell’area dove sorgerà il casello.

Può essere più preciso?

Questa volta, sarà la Soprintendenza, con i suoi funzionari, a curare il completamento dell’ottavo pozzo di scavo (su sette già realizzati) e a controllare sulla produzione delle relazioni e gli studi nonché il passaggio della informazioni, già acquisite, dal Consorzio stabile Arem al subentrante Consorzio nazionale cooperative produzione lavoro».

Perché l’intoppo è che tra uscente e subentrante non c’è stata collaborazione?

Sembra proprio di si. Anche per questo, abbiamo chiesto che non si penalizzi ancora il territorio come è successo fino ad oggi con i continui ricorsi legali. Ripeto: va tutelato un investimento di 18 milioni di euro, le opere già realizzate e vogliamo un cronoprogramma dei cantieri per sapere come e quando infrastruttura sarà inaugurata ed entrerà in esercizio.

Sta parlando di completamento?

Certo che si. Manca solo l’ultimo passaggio: 14 mesi lavorativi, a partire dalla fine delle indagini archeologiche, per completare la costruzione delle rampe di accesso (piste di accelerazione o decelerazione) all’autostrada, dell’area pedaggi e dello spazio uffici. Il casello autostradale non è una cosa lontanissima nel tempo. E proprio per questo, la nostra determinazione, e mi si lasci ire la nostra rabbia, è ancora più forte.

Redazione