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La causa del decesso è stato un arresto cardiorespiratorio: l’ex Pibe de Oro si trovava nella casa di Tigre, dove si era stabilito dopo l’operazione alla testa

Diego Armando Maradona non c’è più. Si è spento all’età di 60 anni – compiuti lo scorso 30 ottobre – la leggenda del Napoli e dell’Argentina. A riportare per prima la notizia è il quotidiano sudamericano Clarín, poi confermata da tutte le principali testate del mondo. “E un giorno è successo. Un giorno accadde l’inevitabile. È uno schiaffo emotivo e nazionale. Un colpo che riverbera a tutte le latitudini. Un impatto mondiale. Una notizia che segna un cardine nella storia. La frase che era stata scritta più volte ma che era stata dribblata dal destino fa ora parte della triste realtà: è morto Diego Armando Maradona“. Così appunto il Clarín.

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Il 4 novembre Maradona era stato sottoposto ad un intervento chirurgico per rimuovere un’ematoma subdurale parte sinistra del cervello. Dimesso, stava trascorrendo nella sua abitazione di Buenos Aires il decorso post operatorio. Poi il malore, avvenuto intorno alle 12 (alle 16 in Italia), che ha posto fine alla sua vita e che immediatamente ha gettato nello sconforto milioni di tifosi, argentini, napoletani, di tutto il calcio e non solo. In seguito all’attacco respiratorio, sei ambulanze si sono precipitate nella casa dell’argentino per soccorrerlo. L’intervento dei medici, purtroppo, non è bastato a salvare Diego che era già deceduto. Secondo quanto riportato da TeleSur, il Governo argentino ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale dopo la sua morte. Lutto al braccio e minuto di silenzio sui campi Uefa. Anche la Serie A rispetterà un minuto di silenzio.

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Luigi Ottobre