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MADDALONI- Da tempo si parla di sfida della continuità operativa per l’Ufficio del Giudice di Pace di Maddaloni. E non si tratta di “crisi produttiva” ma paradossalmente della situazione diametralmente opposta. I numeri parlano da soli: sfondata la soglia dei tre mila affari giudiziari all’anno. Insomma, un vero successo sommando gli atti giudiziari civili più quelli penali. Il problema è l'”effetto pensionamenti”: due solo gli operatori ormai in pianta stabile.

Sulla continuità dell’Ufficio del Giudice di Pace di Maddaloni ha accesso i riflettori anche il consiglio comunale. Audizione in commissione.

Michele Russo

Consigliere Russo avete fatto il punto della situazione?

Si, questa mattina, abbiamo acquisito tutti i dati. E la situazione è francamente molto confortante e paradossale.

In che senso?

Confortante, perchè è stata brillantemente raggiunta l’ambita condizione di «sostenibilità giudiziaria e finanziaria», condizione necessaria e sufficiente posta dal Ministero della Giustizia per l’idoneità della gestione di un presidio di giustizia di prossimità.

Paradossale, perchè c’è una nuova sfida da vincere, anche contro il tempo, per garantire la continuità dell’attività minacciata dall’effetto dei pensionamenti del personale. Visti i numeri si rischia lo svuotamento degli uffici e il blocco delle attività.

Quindi cosa pensate di fare?

Innanzitutto continuare con le audizioni, coinvolgere il sindaco di Maddaloni e quelli di Cervino e Valle di Maddaloni. Il contributo di questi ultimi due comuni (finanziario, di personale e di servizi) è nullo. E su questo va fatta completa e definitiva chiarezza.

E poi?

Poi coinvolgeremo i primi utenti cioè gli avvocati a partire dall’ «Associazione avvocati calatini» che molto ha fatto per la ripartenza, le udienze in remoto e anche suggerire soluzioni gestionali. Una consulenza preziosa.

L’obiettivo finale quale è?

Saremo molto concreti. Primo, varare un percorso finalizzato a garantire la produttività annua. Attualmente, sono dimezzate le disponibilità dell’organico (tre unità e un pensionamento è in atto). Disposto, il rilancio in due mosse: subito, ricorso all’utilizzo del personale collocato in pensione, disponibile al reimpiego part time. A medio termine, ottenere dal sindaco De Filippo certezze per poter attingere dal personale amministrativo assunto con il concorsone della regione Campania, quelle unità aggiuntive necessarie. Infine, implementare, là dove fosse possibile azioni di collaborazione gratuita, stages e percorsi formativi che possono essere di ausilio.

A cosa puntate?

A tutto, anche al possibile impiego (previo adeguato progetto) anche di personale (in possesso dei giusti requisiti) che percepisce il reddito di cittadinanza. Le idee sono molte. Il vero salto di qualità si raggiunge mettendo tutti gli attori intorno ad un tavolo.

Anche i sindaci degli altri comuni?

Tutti nessuno escluso. L’Ufficio di Pace di Maddaloni funziona. E’ arrivato il momento, dopo la vittoria della riapertura, di vincere la partita per la continuità.

E’ ottimista?

Ci sono le potenzialità e pure le possibilità. E’ il momento di parlarne per trovare soluzioni praticabili. Si può fare e ce la faremo.

A due anni dalla riapertura si può fare un bilancio?

Il presidio (al servizio dell’ex area mandamentale di Cervino, Maddaloni, Valle di Maddaloni) ha già raggiunto i livelli del 2011. Grazie all’impennata degli affari giudiziari si punta a raddoppiare le  cause sia civili che penali. Sia chiaro: non ci si sta mobilitando per scongiurare la chiusura ma per garantire una costante crescita che si avrà nei prossimi anni.

Redazione