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NAPOLI – Esattamente un secolo fa Ines Martignetti e Salvatore D’acquisto diedero alla luce Salvo Rosario Antonio.
È in una casa di via San Gennaro, nel rione Antignano di Napoli, che mosse i primi passi l’uomo che, 23 anni dopo – vestendo con fierezza l’ uniforme dei carabinieri e col grado di vice brigadiere cucito sul cuore – sacrificò la propria vita per salvare quella di 22 innocenti, rastrellati dalle SS tedesche tra le abitazioni di Torrimpietra.
Ed è a pochi chilometri dalla cittadina della provincia romana, nella località Torre di Palidoro, che Salvo D’Acquisto offrì la propria vita in cambio del rilascio dei 22 ostaggi radunati per la fucilazione dai tedeschi come monito per coloro i quali avrebbero organizzato contro di loro un attentato.

Oggi, a 100 anni dalla sua nascita, dal lontano 15 ottobre del 1920, l’Arma ha ripercorso le fasi salienti della vita del vice brigadiere Salvo D’acquisto, rievocando – con la partecipazione di autorità militari e civili – il peso ed il valore del suo gesto eroico.

Prima tappa la Basilica di Santa Chiara dove, alle 9:30, si è celebrata la Santa Messa officiata dal Capo Servizio Assistenza Spirituale del Comando Legione Carabinieri “Campania”, Don Franco Facchini – insieme a Don Giuseppe Praticò (postulatore per la causa di beatificazione di Salvo D’Acquisto) e dal parroco di Santa Chiara Padre Giovanni Paolo Bianco.

E lì dove giacciono le spoglie dell’eroe, il comandante interregionale dei Carabinieri Generale di Corpo D’Armata Adolfo Fischione – accompagnato dal Comandante della Legione Carabinieri “Campania” Generale di Divisione Maurizio Stefanizzi e dal Comandante Provinciale di Napoli, Generale di Brigata Canio Giuseppe La Gala – ha deposto un cuscino di fiori.

Nell’aula Magna storica dell’Università degli studi di Napoli “Federico II”, a partire dalle 11.00, il primo a prendere la parola è stato il fratello dell’eroe Alessandro D’Acquisto che ha raccontato episodi di vita familiare vissuti con Salvo. Con enorme commozione Alessandro D’Acquisto ha raccontato di essersi sempre impegnato nel mantenere alta la memoria del fratello, di non averlo mai abbandonato col pensiero.

Ad inquadrare storicamente il periodo durante visse D’Acquisto il prof. Luigi Musella, ordinario di storia contemporanea del Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università Federico II.
Il docente ha raccontato ciò che era il quartiere dove Salvo D’Acquisto è nato e cresciuto, di un Vomero diverso da quello attuale, meno borghese. Prevalentemente agricolo, l’area era ancora poco affollata da grossi condomini ma punteggiata da casali di campagna.
Nella sua formazione ha acquisito quelli che erano i valori che attribuivano importanza allo Stato: la patria, la gerarchia e l’autorevolezza della divisa e dei simboli dell’Arma.
Il prof Musella è poi tornato sulla figura del carabiniere, un esempio di etica civile e morale di riferimento per tutti che conquista i princìpi di una “religione laica”.

Prima che a prendere la parola fosse il Dott. Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario di Stato al ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il magnifico rettore dell’Università Federico II ha rinnovato la stima ed il rapporto di collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e si è sentito in dovere di onorare la memoria dell’eroe Salvo D’Acquisto, un esempio per proseguire gli insegnamenti e la via verso gli alti valori della vita.

Considerazioni sulla visione laica della figura del vice brigadiere partenopeo sono state espresse con autorevolezza dal Dott. Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario di Stato al ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che ha portato in prima battuta i saluti del Ministro Manfredi. Secondo De Cristofaro sono vivi i ricordi degli eroi, come esempi di altruismo che non conosce limiti. L’uomo deve porsi davanti al male “con la schiena dritta”, come ha fatto Salvo D’Acquisto. E’ dovere di tutti – ha proseguito il sottosegretario – rendere questa storia “non muta”, evidenziando che l’umanità “si salva solo se si salva insieme”.
Il sacrificio di Salvo D’Acquisto deve essere un pezzo straordinario di storia da trasmettere agli studenti, a tutte le presenti e future generazioni. Un gesto di prezioso coraggio che incontra la brutalità della seconda guerra mondiale, un simbolo di libertà, sacrificio: un “gesto che rimette le cose a posto”
Ha concluso il suo intervento con una splendida frase: “La scelta di Salvo restituisce alla storia l’umanità perduta”

Intervenuto anche Don Giuseppe Praticò postulatore per la causa di beatificazione di Salvo D’Acquisto: da parte del prelato considerazioni sulla figura dell’eroe quale “servo di Dio” in udienza per la santità. Toccante il riferimento alla fiamma dell’Arma. Un simbolo di umanità che deve mantenersi vivo e va alimentato con valori laici e religiosi universalmente riconosciuti.
“La giustizia va onorata” – ha affermato il postulatore – “Salvo D’Acquisto ha fatto della sua vita un dono” esaltato da valori della carità e dell’amore per Gesù Cristo.

A concludere il convegno con la rievocazione del gesto eroico del Vice Brigadiere D’Acquisto, le parole del Generale di Corpo d’Armata Adolfo Fischione, Comandante Interregionale Carabinieri “Ogaden”, che ha ringraziato tutti i presenti, i relatori ed il Rettore. Il Comandante ha posto l’attenzione sull’esempio di Salvo D’Acquisto e sul significato odierno della parola “eroe”, evidenziando come la società di oggi abbia bisogno di uomini e donne che con coraggio e con le proprie azioni diano concretezza alle proprie responsabilità, dando corpo a quello che potrebbe essere definito un “eroismo della quotidianità”. A tale moderna forma di eroismo il Generale Fischione ha accostato il servizio svolto quotidianamente dai Carabinieri, che animati da valori quali l’abnegazione, la disponibilità, il coraggio e la fedeltà, da oltre 200 anni proteggono, ascoltano, suggeriscono, informano, offrono una presenza vigile e rassicurante attraverso il contatto quotidiano con la gente, costituendo per le comunità un riferimento sociale ed umano oltre che professionale.

Redazione On Line