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Una città fa molta fatica a ben funzionare senza l’azione competente e permanente degli organi amministrativi che ha eletto. Dovrebbe essere soprattutto il Consiglio comunale, espressione di tutti i cittadini, a prendere coscienzadei problemi della città, a discuterli e a trovare le giuste soluzioni (fermo restando la sussidiarietà, l’amministrazione condivisae la cittadinanza attiva). Anche in tema di ambiente, visti i dati  allarmanti su cambiamenti climatici, inquinamento, consumo di suolo e risorse ambientali,  i Consigli comunali non possono “chiamarsi fuori. Alcuni comuni- per esempio-hanno approvato una dichiarazione di emergenza climatica ed ecologicariconoscendo cosa sta accadendo al pianeta e come ci siamo arrivati e, soprattutto, prendendo degli impegni conseguenti che dovranno essere resi effettivi a breve termine. Prendiamo il caso del comune di Bologna ove è stata approvata una road map che definisca cosa fare per tutelare il clima. Nella dichiarazione ci sono alcuni suggerimenti: un piano di rimboschimento delle aree cittadine; incentivi sulla mobilità sostenibile per un trasporto più verde; consumo di suolo zero; efficientamento degli edifici pubblici e incentivi comunali verso quelli privati. Altri due impegni fondamentali sono: sviluppare azioni immediate per diminuire i livelli delle emissioni, con lo scopo di dimezzarle entro il 2025 e portarle allo “zero netto” nel 2030; maggiore diffusione dei dati in possesso del comune e più intensa sensibilizzazione dei cittadini sui temi ambientali. La dichiarazione bolognese si ispira a tre principi: giustizia climatica ed ecologica, trasparenza e democrazia partecipativa. Su quest’ultimo aspetto si chiede l’istituzione di spazi di discussione e indirizzo composti da cittadini informati e tecnici scientifici che possano coadiuvare l’azione dell’amministrazione comunale. Queste assemblee potrebbero esercitare pressione sulle commissioni consiliari, indirizzare i pareri dei consiglieri comunali e quindi anche agire sul voto in consiglio e sugli impegni della giunta. La dichiarazione del Consiglio comunale di Bologna di emergenza climatica ha più di un anno di vita, essendo stata approvata il 30 settembre 2019. E da allora quel Comune è impegnato ad attuare concretamente la dichiarazione di emergenza lavorando su quattro attività principali:1.Trasparenza e informazione sui dati climatici e ambientali attraverso l’aggiornamento del bilancio ambientale e un nuovo sito dedicato, in corso di realizzazione; 2.Neutralità climatica attraverso un percorso per ridurre e neutralizzare le emissioni di gas climalteranti e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, definito con il Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC); 3.Partecipazione dei cittadini attraverso le modalità già previste dal Comune e la sperimentazione di specifiche assemblee cittadine incentrate sulle misure da attuare per risolvere la crisi climatica;4.Patto per il clima con le altre Istituzioni sovracomunali (in particolare con l’ente regionale). Qui si può leggere e scaricare la dichiarazione del Consiglio comunale di Bologna: http://www.comune.bologna.it/media/files/1._dichiarazione_emergenza__climatica_ecologicaconsiglio.pdf. Abbiamo fatto l’esempio del comune di Bologna, ma sono tanti gli Enti locali che si stanno muovendo in maniera più o meno simile sui temi ambientali e sull’emergenza climatica. Proporre tutto ciò al nostro Consiglio comunale è però tempo sprecato. E di tempo con questo Consiglio comunale ne abbiamo già sprecato tanto, per esempio quando abbiamo proposto l’approvazione del Regolamento per l’Amministrazione Condivisa (quello di LABSUS), il Patto di Comunità, la Carta della Solidarietà o quando abbiamo proposto il Bilancio partecipativo o ancora quando abbiamo sollecitato la Dichiarazione di Dissesto (per limitarci solo ad alcune delle tantissime proposte avanzate in questi anni). Non c’è niente da fare: “ha da passà ‘a nuttata”. Speriamo presto.Terminiamo segnalandovi “Trash”, il film di animazione tutto italiano per l’educazione ambientale che affronta il tema attuale del riciclo dei rifiuti e di come tutti noi possiamo fare la differenza,  al cinema dal 16 ottobre:https://www.facebook.com/Trashalcinema. L’AMBC si rivolge al proprietario-gestore del Cinema Ariston, all’Assessora alla Cultura e alle Scuole della città, a partire dalle primarie, affinché programmino- in sicurezza– la proiezione  di “Trash”.

Redazione