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MADDALONI- Nei quartieri di periferia le scuole, soprattutto quelle di base, sono il principale, forse l’unico, luogo di incontro anche tra generazioni. Appuntamento con il futuro, quindi con i giovani e con la speranza di rinascita di una quartiere. Stamattina, è rinata la scuola in via Cancello.

Sindaco, taglio del nastro, tanti ragazzi e le famiglie. Cosa successo?

Nel giorno di riapertura di tutte le scuole cittadine, è stato lanciato un concreto sego di normalità. Ha riaperto i battenti la scuola di via Cancello, rinnovata nelle strutture e rilanciata nell’offerta formativa.

Può essere più preciso?

Insieme alla dirigente Tiziana D’Errico, è stato tagliato il nastro inaugurale della nuova « scuola secondaria di primo grado aggregata all’Istituto comprensivo Luigi Settembrini». Un servizio concreto e sentito per tutti i ragazzi del rione e le loro famiglie.

Quindi, è una risposta all’emigrazione scolastica?

Si certo. Le ragazze e i ragazzi in età dell’obbligo, dopo 10 anni di attesa e incertezza, ora hanno la possibilità di frequentare le elementari e la media secondaria nel quartiere di residenza, cancellando il gravissimo svantaggio del trasferimento obbligatorio giornaliero.

Si tratta di una offerta formativa particolare?

Si incentrata anche sulle attività musicali, con laboratori e spazi didattici dedicati.

C’è ancora molto da fare?

E’ solo l’inizio perché deve ancora arrivare la riattivazione e ristrutturazione della palestra e l’adeguamento funzionale degli spazi antistanti il plesso.

Quindi non solo scuola ma punti di aggregazione rionale?

Si, il plesso non ospiterà solo una scuola ma funzionerà anche da spazio di aggregazione. Saranno rifatte le aree parcheggio. Soprattutto saranno recuperati gli spazi verdi retrostanti il plesso da trasformare in «aree attrezzate per la socializzazione».

Un altro passo in vanti per recuperare una normalità che non esiste?

Un piccolo passo in avanti fatto per tutte le scuole. Quest’anno la spesa per i plessi scolastici è salita a 250 mila euro per facilitare il ritorno in classe. L’anno scorso era di 90 mila. Due anni fa appena 40 mila. Stiamo risalendo la china in un territorio disastrato.

Redazione