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Dal suo cordone ombelicale non è mai scappato. Mai una parola, un pensiero, una frase che facesse intendere un rinnegare quel passato che lo ha trasformato da star di vicoli, piazze, feste patronali, matrimoni e cerimonie varie in un nome di prima grandezza ed importanza della musica italiana. Gigi D’Alessio è un artista multitasking a tutti gli effetti. Negli ultimi mesi, ad esempio, è passato dagli apprezzatissimi concerti con Nino D’Angelo (dove, per entrambi, è venuta fuori una inequivocabile indole da showman), al celebrare i suoi 20 anni da “italiano” (ovvero la prima consacrazione nazionale avvenuta a Sanremo nel 2000 con l’ormai leggendaria “Non dirgli mai”), attraverso uno show di grande successo su RaiUno al fianco di Vanessa Incontrada, fino al ritorno alle origini che avviene proprio in questi giorni (subito accolto da grandi consensi di pubblico) attraverso il nuovo lavoro discografico intitolato “Buongiorno”. Si tratta di un album che rilegge in chiave moderna i grandi successi del D’Alessio neomelodico, fenomeno inarrivabile degli anni ’90 che diede vita a quella nuova corrente di musica napoletana che raccontava di spose ragazzine, ragazzine che a sedici anni erano già “femmene”, amori, tradimenti e Baci Perugina consumati leggendo i bigliettini con le labbra sporche di cioccolata.

Un’amicizia eterna ed oltre la musica quella tra Gigi D’Alessio e Franco Ricciardi

Era la prima (e forse originale) ondata di musica neomelodica che comprendeva altri “assi” come Franco Ricciardi, Maria Nazionale, Ida Rendano, Ciro Rigione. Nomi che sono stati capaci di segnare un’epoca ed arrivare fino al Costanzo Show, prima che la musica dei vicoli si trasformasse in un orrendo business fatto da cantanti (??) improbabili, sonorità scopiazzate e canzoni mai capaci di andare oltre i luoghi comuni oppure di parlare dei veri problemi che attanagliano la città. Gigi D’Alessio ritorna a quell’ indimenticabile (soprattutto per lui) decennio dove nacquero tanti evergreen del genere oggi riproposti con i nipotini della scena trap/hip hop/rap che a Napoli ha trovato sempre più terreno fertile e soprattutto eccellenti rappresentanti. Si parte proprio dal “Buongiorno” di bassoliniana memoria (già grande successo sulle piattaforme, venerdì 12 settembre il video ufficiale girato anche Scampia), fino a toccare altre sedici tracce del passato. Non è dato sapere se le “Fotomodelle un po’ povere” di trent’anni fa adesso hanno il profilo Instagram e vestono più aderenti delle loro figlie, oppure se “Annarè” si è davvero sposata in Chiesa senza l’abito bianco. Queste canzoni, queste storie, sono nelle radici di una Napoli verace, lontana anni luce dal “Billionaire” che hanno dato a Gigi D’Alessio quella spinta fondamentale per passare dal palco della “Madonna dell’Arco” a quello dell’Ariston.

Canzoni, come dicevamo, mai rinnegate e capaci di costruire quello zoccolo durissimo dei fans della prima ora del cantautore tra i quali, per loro stessa confessione, c’erano proprio i rapper che oggi ridisegnano successi come “Sotto le lenzuola”, “Chiove”, “Mezz’ora fa”, “Cumpagna Mia” e i già citati cult “Annarè” e “Fotomodelle un pò povere”. A Napoli (e non solo) ci sono due categorie di persone: chi le conosce a memoria e chi mente. Franco Ricciardi, Clementino, Geolier, J-Ax, Boomdabash, Rocco Hunt, CoCo, Lele Blade, Vale Lambo, Enzo Dong, Samurai Jay, sono tra gli ospiti che hanno dato rime ed autotune a quei successi popolari che, forse, hanno fatto scattare a molti di loro la passione per la musica, i suoni e le tradizioni di Napoli. Canzoni con un vestito nuovo ma che non sono mai uscite dal cuore della gente. Ancora oggi, dopo decine di successi nazionali inanellati da D’Alessio, i brani della prima ora non sono mai usciti da stereo, playlist ed MP3. Provate ad andare in qualunque zona di Napoli ed accennare le prime note di “Chiove”…sarete immediatamente seguiti da una voce nascosta e completerà il refrain.

D’Alessio con Rocco Hunt e Clementino tra i protagonisti dell’album “Buongiorno”

Un’operazione anche un tantino paracula ma, che ci concilia con i sentimenti e ci riporta indietro di quasi trent’anni, quando D’Alessio riempiva lo stadio di Acerra e non l’Olympia di Parigi. Gigi D’Alessio dà un “Buongiorno” rinnovato alla sua gente confermandosi ancora una volta artista di larghe vedute che non rinuncia mai a collaborazioni e soprattutto a confrontarsi con il nuovo che avanza. L’esempio? “Mezz’ora fa” ricantata con CoCo, nome d’arte del napoletano Corrado Migliaro, rapper classe ’88. Atmosfere dark attualissime per una classica storia di differenze sociali che dal Vomero arriva ai bassi della città. Stesso dicasi per l’intro rappato di Geolier in “Comme si fragile”. Bravo Gigi, il tuo nuovo “Buongiorno” ti conferma artista multifunzionale e sempre più gradito.

Vincenzo Lombardi