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MADDALONI- Non sono cittadini ma sudditi. Sono costretti a rimuovere la sabbia e il terriccio accumulato da soli. La storia delle caditoie mai pulite e delle fogne senza manutenzione, a Montedecoro, supera ogni immaginazione e ogni decenza. Chi non vuole sprofondare nel pantano pulisce le caditoie da solo. E chi non vuole sprofondare nella melma prima e nei sedimenti accumulati poi dalle acque piovane, è costretto a spalare il terriccio. Un disservizio trasformato in atto vessatorio. Non cittadini ma sudditi. E’ una famiglia ostaggio delle carenze e dei disservizi perchè il potente accumulo di terreno genera polveri grazie al passaggio delle auto. Insomma, bere o affogare. Anzi, per la precisione, bere o soffocare perchè, vivendo ai vani terranei cioè sulla strada, si è costretti a stare con le finestre chiuse per non essere invasi dalla polvere. Poi c’è il caldo soffocante e cosa più tragica e inaccettabile in quella casa vivono tre minore e due bimbe alle prese con problemi di salute. A lei, impegnata nella lotta per il diritto alla piena salute, viene negato il diritto ad un ambiente salubre a respirare in libertà dentro le mura della propria casa. Una storia incredibile, inimmaginabile, difficile da credere e ancora più dura da accettare. Anche perchè le mortificazioni, per i cittadini declassati a sudditi, non finiscono mai. Hanno cerato di essere ricevuti, per illustrare la loro storia, in comune. Hanno ricevuto la più sprezzante e burocratica delle risposte: si riceve il lunedì e il mercoledì. Ma il diritto a respirare, a vivere in tranquillità, in un ambiente non può essere messo in lista di attesa. Così, oltre l’indignazione c’è la dignità di chi armato di pala e carriola, con il sudore della fronte e sfidando la canicola ha fatto azione di azione di pulizia, spurgo e rimozione detriti. C’è un territorio che non si rassegna, che non baratta la propria dignità e che non ci sta a vivere nell’indifferenza e nell’abbandono. Una lotta per la dignità e anche per il futuro delle piccole che lottano per ritornare, a più presto, a vivere e giocare con tutti i loro coetanei. Augurissimi piccole.

Redazione