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MADDALONI- Oltre 1700 percettori del reddito di cittadinanza; seconda annualità di erogazione e zero progetti. Che fine hanno fatto i Progetti Utili alla Comunità ( PUC)? E dove sono le proposte del mitico, rissoso, inadeguato ambito sociale? Oltre alla rissa tra sindaci e alle scortesie tra fan delle opposte fazioni, nulla si muove. E’ stata una impresa la sola iscrizione sulla Piattaforma Digitale per la Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale (Piattaforma GePI) legati al Reddito di Cittadinanza. Che lo strumento possa più o meno convincere, ci può stare. Ma il problema sconcertante è che pur in presenza di risorse mancano i progetti; mancano le idee e mancano le iniziative. Non mancano invece gli alibi: c’è stato il Covid; è salta la riunione di ambito; non c’è stato il tempo. Crediamo che manchino pure le competenze tecniche, manca pure la disponibilità dei cosiddetti percettori: solo una minoranza su 1700 ha dato disponibilità all’impiego. Si ai soldi e subito. Non garantito e non subito il lavoro o servizio alla comunità.

Veniamo alle scratoffie: sulla Gazzetta Ufficiale n. 5 del 08-01-2020 è stato pubblicato il Decreto del Ministro del Lavoro 22 ottobre 2019 che disciplina l‘impiego dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza nei lavori utili alla collettività. Il beneficiano del RdCè tenuto ad offrire, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale, la propria disponibilità per la partecipazione a progetti, utili alla collettività, da svolgere presso il medesimo comune di residenza. A tale scopo a partire dal 4 novembre 2019 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto istitutivo del Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza nel cui ambito opera la Piattaforma per la Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale (piattaforma GePI https://pattosocialerdc.lavoro.gov.it/), le cui funzionalità erano già state messe a disposizione degli amministratori locali dal Ministero del Lavoro con nota 4143 del 16 maggio 2019. È del tutto operativa dunque la procedura di accreditamento degli utenti individuati dai singoli Comuni per operare sulla Piattaforma GePI secondo le “Linee Guida per l’accreditamento”. I lavori di pubblica utilità sono un aiuto per i Comuni e segnano l’entrata nella fase 2. Dopo la sospensione dovuta alla pandemia da Covid-19, i progetti potranno tornare a regime dal 17 luglio. 

Questa è la teoria. In pratica, difficilmente accadrà qualcosa. Siamo alla barzeletta “Giorgio e il vescovo”: Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà. Tradotto: funzionari, assessori e comuni non hanno intenzione di impegolarsi in progetti. I percettori non hanno intenzione di svolgere alcuna mansione. Un dato statistico su tutti, che può essere esteso a tutti i comuni più grandi. A Valle di Maddaloni solo uno su 14 si è detto disponibile a svolgere mansioni. Che a accadrà? Tra dieci mesi scadrà la seconda annualità. E’ probabile che la misura non sarà rinnovata anche dal Governo giallo-fucsia in carica. E così chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato. Storie di ordinario sottosviluppo dove l’inadeguatezza amministrativa sè impastata con la voglia di assistenzialismo improduttivo.

Redazione