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Combattere il fenomeno degli atti intimidatori significa conoscerne dimensioni, natura e cause nelle varie realtà territoriali. Per questo motivo è stato istituito, nel 2015, l’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, struttura incardinata al ministero dell’Interno. La Direzione centrale della polizia criminale, che è l’organismo tecnico di supporto all’Osservatorio, redige trimestralmente un report per analizzare i dati del fenomeno su base nazionale e regionale. Contestualmente al dossier, la Polizia criminale ha elaborato due vademecum che contengono indicazioni, informazioni e suggerimenti con lo scopo di esprimere una maggiore vicinanza delle Istituzioni a tutti gli amministratori locali delle varie province italiane. Nel primo trimestre del 2020 si sono verificati 137 atti intimidatori, 24 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La regione che ha segnalato il maggior numero di atti è stata la Puglia con 24 eventi criminosi rispetto ai 16 dell’anno precedete, seguita da Campania e Lombardia (18), Calabria e Sicilia (14), Lazio e Veneto (10), Sardegna e Emilia Romagna (7), Liguria (5). Nel periodo in esame non sono stati segnalati episodi di intimidazione attribuibili alla criminalità organizzata. Gli incarichi più a rischio sono i sindaci, 61 quelli minacciati nel primo trimestre 2020, a cui seguono i consiglieri comunale (37). La matrice degli atti è per la maggior parte ignota (87 sui 137 verificatisi) mentre 17 sono risultati legati a tensioni sociali.
Fonte: Sala Stampa Polizia di Stato

Redazione On Line