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“Valuteremo con attenzione e interesse la definizione dell’Assegno Universale, auspicando sia una misura per tutti i minori, mentre esprimiamo contrarietà per i bonus risarcitori e solleviamo criticità per quanto riguarda i congedi, seppur alcune previsioni sembrano andare nella giusta direzione, e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro: temi affrontati come fossero una problematica prettamente femminile e senza tener in adeguata considerazione tutte le fattispecie di famiglie”. Queste le prime osservazioni sul Family Act della Cgil nazionale, che in una nota precisa come non sia possibile un’analisi approfondita “poiché si tratta di un disegno di legge delega, scelta di per sé discutibile e che non dà certezza sui contenuti e sulla coerenza degli interventi che saranno messi in campo”.  

“Ci auguriamo – dichiara la Cgil –  che l’assegno universale possa raggiungere finalmente tutti i minori, senza alcuna discriminazione legata al nucleo familiare di appartenenza e riconoscendone il diritto soggettivo a un sostegno economico, e che questo provvedimento metta ordine alla diversificazione e frammentarietà delle misure oggi esistenti, salvaguardando la necessità di un intervento aggiuntivo per i nuclei con meno risorse disponibili, nel rispetto del principio di progressività”.

Per quanto riguarda le politiche di bonus di natura risarcitoria rispetto a spese sostenute per i figli, “esprimiamo invece contrarietà: sarebbe piuttosto urgente e necessario il rafforzamento di un’infrastruttura di servizi pubblici nei territori che garantisca a tutti i minori il diritto a fruire di esperienze di crescita, riconosciute come prestazioni essenziali per il loro pieno sviluppo”. “Una necessità di rafforzamento ancor più imprescindibile – si sottolinea nella nota – in relazione alla specificità dei servizi educativi per l’infanzia, il cui compito prioritario è fornire risposte nel campo dell’educazione e dell’istruzione nell’ambito del Sistema Integrato 0-6, di cui sono pienamente parte, e che devono essere implementati, come ha certificato da ultimo il Rapporto presentato dallo stesso Dipartimento per le politiche della famiglia, al fine di garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini il diritto all’educazione fin dai primi anni di vita”. 

Infine, le misure riguardanti congedi e conciliazione dei tempi di vita e lavoro: “ci pare ancor più critico che questi temi siano trattati come una problematica prettamente femminile, senza considerare tutte le fattispecie di famiglie, a fronte del necessario obiettivo di scardinare un’idea di famiglia basata su una disparità di coinvolgimento nel lavoro di cura familiare”. “Se – sottolinea in conclusione la Cgil – alcune previsioni sui congedi, seppur insufficienti, sembrano andare nella giusta direzione, la complessità dei provvedimenti indicati non sembra in grado di incidere profondamente su una cultura consolidata, né di contrastare stereotipi di genere che, invece, vengono reiterati”.

Redazione