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MADDALONI- Il dopo-terremoto non finisce mai. Il Comune prova a impiegare i fondi inutilizzati per la «ricostruzione post terremoto dell’80» (ex legge 219) in opere di pubblica utilità.

Giuseppe D’Alessandro

Assessore Giuseppe D’Alessandro siamo all’archeologia amministrativa. Seguendo le direttive del Ministero dell’Economia e Finanza, e secondo le disponibilità della Banca d’Italia, si riusciranno a spendere fondi dormienti da 39 anni?

Nel prossimo Consiglio comunale di deciderà come spendere circa 751 mila euro. Due i progetti che saranno approvati dal consiglio di lunedì: consolidamento sismico dell’antico plesso scolastico De Nicola in via San Francesco (150 mila euro) e il rifacimento della pavimentazione dissestata e dei sottoservizi del centro storico pari ad un importo superiore ai 570 mila euro.

Crede che l’uso sia conguente con l’ordignaria destinazione d’uso?

Pensiamo di si perchè si tratta di un’applicazione, nell’ambito di opere pubbliche, di attività per la ricostruzione e il consolidamento statico e sismico.

Ma come è stato possibile, che a quasi mezzo secolo dopo, ci siano ancora fondi inutilizzati?

Detto così sembra paradossale cioè la solita storia della burocrazia lenta. Effettivamente, le procedure sono state così lente. Infatti, nel 2004, le pratiche inevase erano ancora 125. Oggi, è stata smaltita meno del 25 per cento delle giacenza.

E quindi?

Nel frattempo, molti dei richiedenti sono scomparsi. Eredi e congiunti con il tempo hanno rinunciato. Da qui, la decisione del Mef, su richiesta del comune, di destinare i fondi a strutture di pubblica utilità. Noi abbiamo un merito: ci abbiamo creduto e provato. E poi c’è un urgente bisogno di ritornare a risistemare le strade dissestate del centro storico.

Redazione