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MADDALONI- Per anni, cittadini bersagliati da diossine e miasmi. Il Comune di Maddaloni condannato dalla quarta sezione civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a risarcire i danni patrimoniali, esistenziali, e morali. L’allegra gestione dell’ex Foro Boario, sito di trasferenza trasformato in discarica incontrollata poi semidistrutta dalle fiamme, è costata cara. Ancora più cara per la minimizzazione dei disagi, la sottovalutazione dei rischi e forse l’irrisione di quanti denunciavano l’«inadempienza nella gestione dei rifiuti solidi urbani». E adesso, è il momento delle giustizia e degli indennizzi. Una «class action» di fatto che si è tradotta in un indennizzo di almeno 400 mila euro, raddoppiato, contabilizzando la totalità dei danni esistenziali e patrimoniali censiti. La storia è sempre la stessa e segna uno stigma indelebile per i funzionari e soprattutto le amministrazioni che hanno retto la città. C’è pure un record poco invidiabile. Il comune di Maddaloni è il primo ente locale della Campania che ha rimediato una doppia condanna: la prima, per «gestione omissiva o carente della discarica urbana dell’ex-Foro Boario dal 2003 al 2009» a causa di 40 mesi ininterrotti le esalazioni (sprigionate dall’incendio totale di  4500 tonnellate di rifiuti solidi urbani contenute in un ex sito di trasferenza); la seconda; ha trasformato i residenti all’area perimetrale del sito (ex-statale 265, via De Curtiis, via Napoli) lo status giuridico di «vittime dell’inadeguata gestione e delle mancata messa in sicurezza». E’ la quarta sconfitta in 12 anni: Maddaloni perde pure contro i cittadini dopo aver perso i contenziosi giudiziari con la Fibe, dal  Consorzio Acsa Ce3 e dall’ex Commissariato di Governo,  tutti dichiarati estranei alla scelta di insediare una discarica in area urbana. La sentenza del giudice unico (Gop) Raffaelina Chioccarelli, fondata su numerose perizie tecniche d’ufficio,  ha riconosciuto i danni arrecati non solo alle attività commerciali, produttive immobiliari compromesse, in aggiunta, anche il procurato cambiamento forzato degli stili di vita (indotto dalla persistenza delle esalazioni di diossine). Ed è solo l’inizio. Si è aperto pure un altro fronte giudiziario ben più delicato: il disastro ambientale è stato riconosciuto tra le concause nell’insorgenza o nella complicazione di patologie gravi collegata all’inalazione di fumi di combustione e all’errato stoccaggio e messa in sicurezza. Insomma, una solenne bastonatura giudiziaria. Snobbare, irridere, ridicolizzare i disagi procurati al territorio è un atto politico grave. Adesso, è anche una colpa in sede giudiziaria. Al di là della stima economica dei danni va dato merito ai cittadini che non si sono rassegnati a vivere travolti, sommersi, cancellati e vilipesi nei loro diritti essenziali dal degrado. E di ex Foro Boario, sotto mille altre forme, ve ne sono molti altri. Serve imboccare la strada delle denuncia e della tutela dei diritti negati.

I rifiuti stoccati nell’ex Foro Boario

Redazione