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MADDALONI- Scacco dalla Soprintendenza. Bisognerà aspettare. A Maggio non c’è stata nè fumata bianca e nè fumata nera per l’approvazione delle procedure di abbattimento del Ponte Vapore. Non c’è stata nemmeno la seduta dell’ormai mitico segretariato regionale. E questa volta l’emergenza Covid-19 non c’entra. Il 18 marzo, causa coronavirus, non ci fu la seduta dell’organo avrebbe dovuto deliberare. Il 30 aprile poi la seduta c’è stata ma il Ponte Vapore, in barba alla mobilitazione popolare, non era all’ordine del giorno. A Maggio, invece, doveva essere la volta buona. Nemmeno per sogno: salta tutto per avvicendamento al vertice dei funzionari. Forse tutto rimandata a giugno. Strapotere delle burocrazia, al cui cospetto, i bizantinismi procedurali sono giochetti per principianti.

La situazione

E’ tutto pronto (progetto esecutivo, conferenze dei servizi e finanziamento) per il nuovo ponte. Ma è stato perso un anno per un’ora che dovrà essere realizzata dai sei ai 12 mesi. In sintesi, ecco le incredibili puntate precedenti: a giugno 2019 il consiglio comunale all’unanimità ha approvato il progetto esecutivo; secondo, il 13 gennaio 2020 è stato completato dal comune l’iter di accreditamento al Mibact (propedeutico al rilascio del parere della Soprintendenza) percorso iniziato il 19 novembre 2019; terzo, il 5 marzo 2020 c’è prevista una manifestazione di protesta contro il disagio provocato dalla chiusura del ponte; quarto, al momento non è ancora dato sapere quali siano i tempi di rilascio del parere della Soprintendenza. Altro che Covid-19: non si aprono cantieri; non si lavora; non si rimette in moto l’economia e la vita di un intero rione.

Redazione