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Dieci anni fa nasceva l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad): un’intuizione dell’allora capo della Polizia Antonio Manganelli, che seppe dare ascolto alle richieste di aiuto delle associazioni poiché, affermò, “alle vittime di discriminazioni viene impedito di vivere”. La prevenzione ed il contrasto ai reati d’odio, alle forme più violente di razzismo e di intolleranza hanno reso l’Oscad, in questo decennio, un solido punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale. L’Osservatorio in tutti questi anni ha lavorato in sinergia con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) della Presidenza del consiglio dei Ministri. L’attuale presidente dell’Oscad, nonché vice capo della polizia, prefetto Vittorio Rizzi, ha colto l’occasione della ricorrenza per fare un bilancio dell’attività svolta finora dall’Osservatorio. L’inserto “Quando l’odio diventa reato – caratteristiche e normativa di contrasto degli hate crimes”, presentato a gennaio alla presenza del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, del Ministro delle Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e del Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, è stato pubblicato sul mensile ufficiale della Polizia di Stato PoliziaModerna. La pubblicazione costituisce uno strumento informativo di facile lettura per comprendere al meglio crimini e discorsi d’odio, le loro caratteristiche e specificità, gli indicatori di pregiudizio, le vittime vulnerabili e la normativa di riferimento: caratteristiche che le Forze di polizia sono chiamate a contrastare ogni giorno per proteggere le parti più vulnerabili della società e per contribuire alla diffusione di una cultura della tolleranza e del rispetto. Olivia Petillo
Fonte: Sala Stampa Polizia di Stato

Redazione On Line