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MADDALONI- E meno male che c’è la magistratura. A Maddaloni, non c’è opera pubblica, grande appalto o servizio comunale che non abbia conosciuto un qualche intervento decisivo della magistratura per uscire dalla paralisi, dall’inefficienza o dalle sabbie mobili ‘indeterminatezza decisionale.E’ accaduto per la gestione dei rifiuti, per la 40ennale questione dell’eliminazione dei passaggi a livello urbani, la gestione inquietante del Ponte Vapore, l’avvio della problematica messa in sicurezza dell’ex caserma Annunziata. Persino l’ordinario avvicendamento e rotazione del personale in alcuni settori del comune (salvo per qualche scelta coraggiosa di qualche sindaco) ha ricevuto un impulso dalla magistratura. Senza dimenticare le disavventure contabili del Villaggio dei Ragazzi (dove da sempre il comune siede nel CdA) e che dire delle complicate gestione dei servizi esternalizzati a cominciare dai parcheggi a pagamento e dal mercato ortofrutticolo? L’elenco è lungo e sfocia in un altrettanto lunghissimo elenco dei contenziosi sempre onerosissimi per l’ente locale. A cavallo tra i due mondi c’è poi la questione della ricostruzione della casa comunale di piazza Metteotti. una vicenda cominciata con il crollo, in fase di demolizione, del dicembre 2012. Adesso, sembra che si sia messo un punto fermo. La Procura della Repubblica e la Prefettura hanno disposto la nomina di un tutor giudiziario come misura di mitigazione degli effetti dell’interdittiva a carico della impresa incaricata di completare i lavori. In pratica, adesso ci sono tutte le condizione per riaprire i cantieri: il «controllo giudiziario», a tutela patrimoniale del privato, dell’appalto e degli interessi del Comune, permette di superare la questione dell’interdittiva senza attendere il pronunciamento del Tar. Un medesimo provvedimento era stato già messo nel luglio 2014 per poi essere dichiarato decaduto dal Tar nell’ottobre 2015. Si è guadagnato un anno. Ma non c’è stato anno, in questa vicenda, che non sia stato scandito da atti giudiziari: dall’accertamento sulla responsabilità del crollo fino all’accertamento tecnico preventivo, voluto dal comune, ma che sembra non voler perseguire ad oltranza le vie legali. La riapertura è dietro l’angolo. E’ divisa in due fasi. Una è immediata con il completamento del nuovo edificio in cemento armato (ultimi due solai) urgente e finanziata con 250 mila euro. A seguire, si completerà il palazzo di città storico e della sua base vincolata dalla Soprintendenza con le vestigia del sedile dell’Università del XVI secolo. La struttura sarà poi integrata anche staticamente in quella di calcestruzzo e sarà realizzata con l’accensione di un mutuo.La magistratura toglie e la magistratura dà: ora, si può iniziare. In queste vicende infinite c’è un terzo soggetto che sono i cittadini maddalonese che recitano sempre il ruolo di parte soccombente. Chi li risarcisce per tutti i danni, diretti e indiretti, procurati dai disservizi causati da contenziosi, mancati servizi, ritardi, danni? Ma su questo argomento vige un accordo bipartisan che suona così: minimizzare; dissimulare e dimenticare. “Chi ha avutoha avutoe chi ha dato ha dato…”

Redazione