00 5 min 4 anni
Un incidente stradale ha compresso la sua partecipazione al campionato italiano velocità ma il Coronavirus ne ha impedito la sua partenza: e ora l’obiettivo è ritornare in pista quanto prima

“Dico spesso di non giudicarmi per i miei successi, ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito ad alzarmi”. Una frase che racchiude tutto lo spirito combattivo di Riccardo Russo e la sua voglia di tornare in sella alle due ruote. Perché quando lo scorso 27 gennaio il motociclista nativo di Maddaloni ma aversano doc ha avuto un incidente stradale, in molti credevano compromessa la sua partecipazione al Campionato Italiano Velocità, almeno nella prima fase. Ma, come accaduto anche alla Formula 1 o al Motomondiale, anche il CIV non ha avuto modo di cominciare a causa della pandemia di Covid-19. Tuttavia la FMI (Federazione Motociclistica Italiana) ha tutta l’intenzione di dare il via al massimo campionato motociclistico nazionale. Un’occasione per Russo che potrebbe anche riassaggiare il sapore della pista. La Federmoto infatti, sta pensando ad un campionato articolato su 4 round – con gare doppie in ogni week end – da svolgersi tra luglio e ottobre.

Spadafora: “Un miliardo di euro per lo Sport, il più grande investimento mai realizzato”

GLI INIZI E LA CARRIERA – Classe 1992, inizia a muovere i primi passi con le minimoto per poi debuttare nel 2008 nella classe 125 del CIV, in cui corre una gara. L’anno successivo continua nella 125 a bordo dell’Aprilia RS 125 R del team Ellegi Racing, prima di iniziare nel 2010 la sua esperienza con le moto derivate guidando una Yamaha YZF R6 del team Bike e Motoracing nella categoria Stock 600, dove chiude quinto in classifica. Nel 2011 partecipa sia al CIV che alla sua prima stagione da pilota titolare nell’europeo Superstock 600 con il team Trasimeno: si classifica rispettivamente al secondo e al sesto posto.

Spadafora: “Al lavoro per una vera riforma del mondo dello sport”

È il 2012 l’anno del successo: è secondo nel campionato europeo Superstock 600 con la Yamaha YZF R6 del team Italia FMI e conquista nella stessa categoria il campionato italiano. Nel 2014 continuano i passi in avanti: debutta infatti nel mondiale Superbike con la Kawasaki ZX-10R e corre 5 gare nella classe Moto2 del motomondiale con la Suter MMX2 del team Tasca Racing. Nel 2015 partecipa al campionato mondiale Supersport e termina la stagione nel campionato Superstock 1000 Fim Cup. Tra il 2016 e il 2018 prende parte a diversi campionati, fino a diventare nel 2019 pilota titolare nel CIV Superbike col team Motocorsa Racing, chiudendo al quinto posto con tre piazzamenti a podio.

Ripartono Serie A, B e C: stop ai dilettanti. Allenamenti di squadra, ecco le linee guida

L’INCIDENTE – Per evitare lo scontro con un’autovettura, Russo a fine 2019 subisce un’incidente stradale, infrangendosi contro il muro della Reggia di Carditello. Un grave sinistro, come le fratture riportate: rottura del polso, del femore sinistro e della tibia destra. Una lunga degenza che gli avrebbe fatto saltare la prima parte della stagione del CIV nella classe Superbike. Eppure l’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo sembra avergli paradossalmente teso una mano. “Metto a rischio la mia vita in pista ogni giorno, ma a farmi temere il peggio è stato l’incidente stradale. È lo strano caso della vita, lo stesso caso che ha voluto che il mio infortunio in costanza con il virus. Sembrava tutto perso – spiega Russo – ma il campionato non è partito e alla fine ho perso solo un giorno di test in Spagna. Questo mi dà una maggiore spinta a riprendere quanto prima”. E la testa infatti è già proiettata al ritorno in sella, nonostante le difficoltà nel post incidente: “Ho dovuto fare tutto da solo con bike e passeggiate, poi ho cominciato la fisioterapia. Sto mettendo tutto me stesso: il virus è stato tremendo ma la vita ci insegna a non mollare mai a rimettersi sempre in piedi”.

PER TUTTE LE NOTIZIE DI GIORNALENEWS CLICCA QUI

Luigi Ottobre