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Il 12 maggio di 25 anni fa ci lasciava Mia Martini, straordinaria interprete della nostra canzone, voce di alcuni dei brani immortali che hanno segnato nostra storia. Anima fragile e tormentata, Mimì Bertè (questo il suo vero nome) venne trovata senza vita in un appartamento in provincia di Varese dove si era trasferita pochi mesi prima per essere più vicina al padre con il quale si era riconciliata dopo tanti litigi e complicazioni. Da anni si parla di morte avvenuta per suicidio ma l’autopsia certificò la morte naturale dell’artista per cause naturali. Un arresto cardiaco dovuto ad un’overdose di stupefacenti. La sorella Olivia fu la prima ad escludere il suicidio: Mia Martini in quegli anni aveva ritrovato una verve creativa capace di donargli una seconda giovinezza. C’era tanta Napoli in questa seconda parte della sua carriera iniziata con il grande ritorno sulle scene nel 1989 grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo con “Almeno Tu nell’Universo”, testo capolavoro che Bruno Lauzi per anni aveva tenuto chiuso nel cassetto prima di musicarlo con Maurizio Fabrizio e consegnarlo a Mia Martini. Napoli e la sua gente, però, resero molto di più, riportando nel cuore del pubblico la cantante calabrese che si riprese ciò che le maldicenze del mondo dello spettacolo gli avevano tolto. Nel 1992, Enzo Gragnianiello scrive “Cu ‘mme”, un regalo al maestro Roberto Murolo per i suoi ottant’anni. Murolo vuole incidere quella poesia in duetto con Mia Martini. Il resto è storia nota: la canzone diventa una gemma della musica italiana con decine di cover e un successo che dopo 28 anni rappresenta ancora un’emozione fortissima. Da quel momento, Mia Martini diventa una napoletana di fatto e il suo sorriso fa ogni tanto capolino in curva B al San Paolo per seguire le partite degli azzurri insieme agli ultras.

Mia Martini e Roberto Murolo

Mia Martini inizia la sua carriera artistica agli inizi degli anni ’70. Tra il ’72 e il ’73 i primi clamorosi successi in classifica e la doppia vittoria al FestivalBar con “Piccolo Uomo” e “Minuetto”. Ci sono Bruno Lauzi, Dario Baldan Bembo, Michelangelo La Bionda e soprattutto Franco Califano tra le firme di queste canzoni che sbancano le vendite. Negli anni ’70 ancora successi con “Inno”, “Donna con te”, “Che cosa vuoi che sia”. Poi l’inizio degli anni bui fatti di ostracismo e maldicenze (si dicesse che fosse portatrice di eventi negativi). Nel 1982 la grande affermazione a Sanremo con “E non finisce mica il cielo”, scritta dal suo grande amore Ivano Fossati. Per lei il Festival nasce il “Premio della Critica” che viene assegnato per la prima volta proprio in quella occasione da una giuria di giornalisti specializzati e che oggi porta il suo nome. Dopo un nuovo periodo di emarginazione e la fine della storia con Ivano Fossati, arriva il rilancio definitivo e l’amore incondizionato del pubblico: la già citata “Almeno Tu nell’Universo”, “Gli uomini non cambiano”, “La nevicata del ‘56”, “Donna” e la meravigliosa “’Cu ‘mme”. Mia Martini stava preparando un nuovo bellissimo tour dal vivo e la partecipazione al programma “Viva Napoli”, quando arrivò la notizia della sua morte.

Nel febbraio 2019, Rai Fiction, presenta “Io sono Mia”, lavoro diretto da Riccardo Donna con una straordinaria Serena Rossi nei panni della cantante. Una fiction che parte proprio da quel Sanremo 1989 dove Mia Martini nel corso di un’intervista con il settimanale “Epoca” ripercorre successi, amori, cadute e risalite della sua vita. Gli ascolti furono stellari: 7 milioni e 700mila spettatori, 31% di share e terzo programma più visto del 2019. Stasera, a venticinque anni esatti dalla scomparsa, RaiUno omaggia Mia Martini con la messa in onda della fiction (ore 21.15).

Serena Rossi nell’omaggio a Mia Martini a Sanremo2019 (ph. Carlo Capodanno)

Serena Rossi fu l’ospite di punta della terza serata del Festival di Sanremo 2019 condotto da Claudio Baglioni. Una passerella per presentare la fiction che sarebbe andata in onda pochi giorni dopo e soprattutto per ricordare sul palco dell’Ariston la grande cantante. Intervistata nell’occasione ci disse a riguardo di questa esperienza: “Posso affermare di essere stata Mia Martini per 24 ore al giorno durante tutto il periodo delle riprese. Anche quando le luci del set si spegnevano – affermò Serena Rossi nell’incontro con la stampa a Sanremo 2019 – io continuavo a muovermi, a parlare, a ridere come lei. Quando ho accettato la proposta di interpretare Mia ho intrapreso un lavoro meticoloso di studio e perfezionamento come mai avevo fatto nella mia vita. Mi ha accompagnato, durante le riprese, la paura di deludere coloro che avevano veramente conosciuto e vissuto con Mimì. Ho dato vita a questa interpretazione con un solo obiettivo: non doveva essere un’imitazione ma un’evocazione, un ricordo della sua essenza e della sua anima. Dopo questo lavoro non sono più scaramantica come prima. È cambiato in me il concetto di sfortuna, perché questa parola ha letteralmente distrutto la vita di una donna. Cosa mi ha colpito della vita di Mia Martini? La sua grande eleganza quando si è ritirata dalle scene. Non ha parlato male di nessuno quando su di lei sono caduti tanti pregiudizi. Tornata sulle scene le prime parole della sua canzone sono state:Sai la gente è strana, prima si odia, poi si ama…”. Ancora una volta – conclude Serena Rossi – ha lasciato che fosse la musica a parlare per lei…”.

Vincenzo Lombardi