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Il suo curriculum è tra i più intesi e culturalmente elevati nel mondo della musica e della recitazione. Artista appartenente alla gavetta di qualità, Rossella Seno, veneziana doc formatasi dapprima alla Scuola del Teatro di Giovanni Poli, per poi proseguire all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, vanta esperienze di assoluto prestigio anche sul piccolo schermo (dal “Numero Uno” di Pippo Baudo negli anni Novanta, passando per “La Dottoressa Giò”, “Carabinieri”, “Il Bello delle donne”, “La Squadra” e “Un Posto al Sole”) . A differenza di tante altre colleghe ha spesso messo da parte la visibilità della televisione per dedicarsi alle sue passioni più forti, la musica e il teatro. In scena e in sala d’incisione sempre per dare corpo e voce a progetti di spessore che affondano nel solco della tradizione culturale italiana. Impossibile non citare gli importanti lavori dedicati a Piero Ciampi, uno dei padri assoluti del cantautorato e della poesia italiana, che Rossella Seno ha saputo magnificamente interpretare sia con le note che con la recitazione. Proprio dalle ceneri di uno spettacolo portato in scena nel 2017, la cantante ed attrice veneta, presenta in questi giorni il suo nuovo album intitolato “Pura come una bestemmia”, lavoro che attraverso il titolo e la copertina lancia immediate provocazioni. L’album arriverà sulle piattaforme e negli store digitali dal 3 aprile ed è anticipato dal singolo “La chiamano strega”. Il brano è liberamente ispirato alla storia vera di Simona Kossak, scienziata ecologista che ha vissuto più di trent’anni in una capanna nella foresta di Bialowieza, senza elettricità e acqua corrente. Aveva allestito un rifugio per gli animali e parlava con loro, Per questo la chiamavano strega.

Pura come una bestemmia” è un disco che vuole cercare di scuotere “anime e coscienze”, raccontando d’immigrazione, di violenza sui più fragili, del poco rispetto per l’ambiente e la Terra che abitiamo, della disuguaglianza in ogni sua forma, dell’indifferenza sviluppata nel corso degli anni verso il prossimo o, peggio, la non accettazione del “diverso”. I brani sono firmati da importanti nomi: Massimo Germini (storico e straordinario chitarrista di Roberto Vecchioni), Pino Pavone (che firmò gran parte della discografia di Piero Ciampi), Piero Pintucci (firma delle più toccanti canzoni di Renato Zero), Michele Caccamo (poeta tradotto in cinque lingue e considerato nei Paesi Arabi il “Poeta della fratellanza”), Matteo Passante, Lino Rufo che ha musicato un testo di Sanguineti, Federico Sirianni, il cui brano è preceduto da una poesia di Erri De Luca.

La copertina dell’album in uscita il 3 aprile ha immediatamente provocato un accesso dibattito anche sui social. Una donna nuda e messa in croce: provocazione oppure blasfemia? In merito Rossella Seno ha voluto così commentare: “La donna in croce è un simbolo. Non rappresenta solo la donna, così maltrattata, ma l’essere umano e la Natura stessa, ecco perché la croce piantata in un mare di rifiuti, sacrificati nel nome del dio denaro, del potere”

Vincenzo Lombardi