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(servizio di Vincenzo Lombardi – foto di Carlo Capodanno) – “Sarà un Festival imprevedibile. Del resto, quando hai sul palco gente come Fiorello e Benigni come fai a capire cosa hanno in mente, cosa potranno inventare”. Amadeus “battezza” così il 70° Festival della Canzone Italiana alla vigilia del debutto televisivo tra prove, passerelle e prime scalette ufficiose. Il conduttore e direttore artistico confessa di essere felice come un bambino e di non rendersi ancora conto di cosa significhi passare dal ruolo di “tifoso” di Sanremo a quello di padrone di casa. Fiorello continua a ripetere che non sarà co-conduttore perché è un ruolo che proprio non potrebbe e non saprebbe portare avanti ma, intanto, è chiaro che sarà lui a caricarsi sulle spalle questo Sanremo con incursioni, monologhi e il ruolo di battitore libero. Intanto, abbiamo ascoltato un pochino di canzoni in anteprima e con il nuovo sistema di voto a “salvadanaio” (ad ogni esibizione si accumulano punti per la classifica finale), non c’è ancora una favorita. Irene Grandi e Piero Pelù faranno subito breccia nel pubblico, Rita Pavone scriverà un’altra bella pagina della sua carriera, Elettra Lamborghini ed Elodie svolgono bene il compito di brano dal pop appeal. Per il resto è difficile capire perché si sia optato per 24 BIG, vista la qualità media delle canzoni.

In “Finalmente io” di Irene Grandi si sente la mano grandi firme di Vasco e Curreri. Finale esplosivo anche se il resto del pezzo avrebbe potuto dare molto di più. Junior Cally si dovrebbe presentare senza maschera e con il vestito pulito della festa. Tanto rumore per nulla. Testo semplicissimo, appena piccante, quasi una sorta di nipotino di Frank HI-NRG. Il ritornello è un probabile tormentone tra Salvini, Renzi e i disagi di un paese con troppi divi da web. Le Vibrazioni saranno sul palco con i sottotitoli per i non udenti e restano fedeli al loro stile. Levante racconta chi si dissocia dalle mode, Marco Masini canta un’autobiografia a metà tra uomo ed artista: cadute e risalite, amori e delusioni, ma il cantautore toscano ha saputo fare di meglio. Michele Zarrillo mette ritmo e batteria alla sua voce inconfondibile ma questo Festival non dovrebbe regalargli grandi soddisfazioni. Paolo Jannacci parla alla figlia, insegnandole di “sorridere in faccia all’odio”. “El Diablo” Piero Pelù è un uragano con “Gigante”, canzone che rientra nel vasto repertorio degli affari di famiglia. Destinatario della dedica è il nipote del leader dei Litfiba e il ritornello sarà ricordato già dopo la prima esibizione. Anche i Pinguini Tattici Nucleari non sorprendono più di tanto con una canzone che regala qualche vibrazione ma ricorda troppo “Nessuno vuole essere Robin” di Cremonini. Al posto di Robin c’è Ringo Starr.

Rancore è una delle vere sorprese e soprattutto il suo è vero rap in un testo che parla di scelte e uomini con finale ad effetto. Per Raphael Gualazzi non si discute la qualità del suo jazz con tanto di Banda Musicale in scena, ma da lui ci aspettavamo qualcosa in più. Riki è a Sanremo per grazia ricevuta con la solita canzoncina semplice con lui e lei che affrontano la classica crisi divano-televisione. Applausi a scena aperta per Rita Pavone, più giovane dei giovani in gara. Una forza impressionante per un’animale da palcoscenico e una canzone che parla di una donna che dopo tante porte in faccia non ha più paura di nulla. La più elegante è sicuramente Tosca, sensuale nel suo jazz, “Ho amato tutto”. Domani si parte con Emma che festeggia i dieci anni di carriera ed Albano & Romina che presentano un progetto discografico tutto nuovo insieme (compreso il brano “Raccogli l’attimo” scritto da Cristiano Malgioglio). Questi i primi dodici BIG ad esibirsi martedì sera: Alberto Urso, Achille Lauro, Anastasio, Bugo & Morgan, Diodato, Elodie, Irene Grandi, Marco Masini, Rita Pavone, Riki e Le Vibrazioni. I primi scontri diretti tra le Nuove Proposte coinvolgeranno Eugenio in Via di Gioia, Fadi, Leo Gassman, Tecla Insolia.

Vincenzo Lombardi