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MADDALONI- Si riparte per davvero. Rimodulato il piano di messa in sicurezza. E’ stato ripensato e allargato ad altri punti critici «secondo lotto per lavori di manutenzione straordinaria finalizzati alla messa in sicurezza» dell’ex caserma Annunziata (con investimento complessivo di 800 mila euro). La lunga fase di studi integrativi, che ha visto coinvolto la Procura, i Vigili del Fuoco e l’Ufficio tecnico comunale, è finita.

on. Antonio Del Monaco

On. Antonio Del Monaco, dopo aver segnalato altri punti di crollo, ora si riparte o non con la messa in sicurezza?

Certo che si riparte. E con il placet della Procura che ha valutato le sopraggiunte criticità.

Di cosa stiamo parlando?

L’intervento di consolidamento statico è stato esteso a tutti i punti perimetrali del quadrilatero monumentale che resta senza i tetti. Con gli interventi d’urgenza, ordinati dalla magistratura, fino ad ora è stato scongiurato solo il collasso della grande facciata di ingresso e il cedimento dei solai. Ma non sono state rifatte le coperture, nemmeno ricorrendo a interventi temporanei.

E ora cosa è cambiato?

Intanto gli esiti dei sopralluoghi aggiuntivi hanno portato al provvedimento di dissequestro temporaneo, firmato dal p.m. Bosso, della struttura subordinato all’esecuzione dei lavori integrativi.

Ma i cantieri, che sono fermi, quando riapriranno?

Il provvedimenti di dissequestro è del 30 dicembre scorso. L’apertura dei cantieri o avvio delle opere è fissato per fine gennaio. Ovviamente, si riparte dal rifacimento dei tetti e anche delle due strutture laterali che fungono da raccordo al grande ingresso e alla parallela (affetta da un cedimento delle fondazioni già dal lontano 1956).

E’ questo l’intervento che metterà fine alle criticità statiche esistenti?

L’obiettivo è questo. E c’è pure un orizzonte temporale per completare gli interventi entro il prossimo giugno.

Evitati i crolli, bisognerà risolvere il rebus sulla destinazione urbanistica del gigantesco quadrilatero…

Questo rimane l’obiettivo degli obiettivi. Ma prima di decidere come utilizzare una struttura gigantesca (tre piani, con vasta piazza interna e un’area sotterranea) vanno cancellate le criticità rilevate, denunciate e segnalate.Molte idee sono state lanciate tutte ancorate al riutilizzo per aspettare attività culturali. E in questa direzione bisogna lavorare. Ma lo si potrà fare solo quando sarà cancellato l’assillo dai crolli, dei rischi potenziali e dei pericoli reali. Un passo alla volta.

Redazione