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MADDALONI- Il Pd è mobile. Fin troppo volatile. E alla fine, dopo l’adesione di Angelo Campolattano, perde pure l’ultima rappresentanza consiliare. Si chiude così un triennio micidiale per quello che è stato, numeri alla mano, il partito di maggioranza relativa e di assoluto riferimento dell’ultimo trentennio. Un partito capace di resistere, e confermarsi forza di punta, anche contro la diaspora del 2010 e il travaso in massa dei militanti nell’Udc, sostenendo l’allora candidato a sindaco Carmine Addesso. E ora, per il momento, scompare. Dove eravamo rimasti? Alle guerre pro e contro le primarie. Poi alle guerre dopo le primarie e alle avversioni alla candidatura di Peppe Razzano. Poi è arrivata la stagione degli scissionisti. E infine quella delle espulsioni degli attivisti che hanno sostenuto movimenti civici. E ora che si fa?’ Si riparte dalla federazione di tutte le liste civiche cittadine per lo strappo voluto dagli «scissionisti». Questi ultimi iscritti al Pd, ma in rotta con il partito ufficiale e aderenti al Movimento Democratico e Città delle Idee, hanno scelto di archiviare in anticipo la campagna elettorale per le politiche e occupare la scena inaugurando la corsa alle amministrative di primavera del 2018. I «civici», cacciati dalla porta principale, torneranno a riprendersi il 0principale partito dalla e sinistra uscito dal consiglio comunale. Interpellato a caldo Angelo Tenneriello (tra gli esplusi eccellenti) ha declinato l’invito. Non ha risposta lla domanda: “Ritona a casa?”. Gaetano Correra (Alternativa per Maddaloni), che mai ha nascosto la sua militanza piddina, è il maggiore indiziato a raccogliere l’eredità e colmare il posto lasciato vuoto. Ma è troppo presto per fare previsioni. Aspettiamo le reazioni ufficiali. Anche Gaetano Correra sta riflettendo. Intanto, alle 19 “Italia Viva”, in versione maddalonese, farà il debutto a Caserta al cospetto dell coordinatore nazionale Ettore Rosato. Se le opposizioni sono in fermento, De Filippo non sta a guardare. Si rimettono in moto gli schieramenti e rischia seriamente di cambiare, soprattutto dopo le regionali, l’assetto della maggioranza del sindaco De Filippo. Se la politica è evoluzione. A Maddaloni è evoluzione perpetua.

Redazione