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MADDALONI- Cancellato, a fatica, un altro marchio infamante nella storia recente. La regione ha cancellato dall’elenco dei Sir (siti di interesse regionale) e quindi anche de quello degli ex Sin (siti di interesse nazionale) l’ex Foro Boario. Doveva essere un sito di trasferenza temporaneo (per far fronte all’emergenza rifiuti nel 2003) e diventò un incubo capace di irrorare di diossine, per ben 52 mesi ininterrotti, grazie alla combustione di quella che diventò una discarica incontrollata. Adesso, dopo 14 anni di battaglie giudiziarie, la Regione ha finalmente certificato l’«avvenuta bonifica e il completo ripristino della salubrità della matrici ambientali (acqua, aria, suolo)» della discarica più famosa della Campania. Qualche numero del disastro: combuste circa 4500 tonnellate di rifiuti, dal 2003 al 2007, con immissioni di diossine in atmosfera; spesi 700 mila euro per lo svuotamento. Nel frattempo, è stata combattuta la battaglia delle bonifiche con la Regione. Lo «stato di non contaminazione» era stato presunto poiché il telo di contenimento del percolato è stato rinvenuto intatto , con assenza di segni di infiltrazione. Troppo poco per la Regione. In assenza di analisi sulle matrici ambientali, Maddaloni ha perso la possibilità, per tre anni, di riappropriarsi dell’ex Foro Boario senza vincoli o prescrizioni. E anche questo ostacolo è stato superato. Restano in piedi le cause. Il comune ha già beccato due condanne: riconosciuti risarcimenti per «disastro ambientale, negligenza, procurato danno patrimoniale ed esistenziale, violazioni reiterate alle normative sullo smaltimento dei rifiuti» per oltre 80 mila euro ai cittadini. E non è finita perché sono pendenti altri giudizi per i danni biologici.

Redazione